Autore: Menzani Giovanni Battista
Casa Editrice: LiberAria
Genere: Racconti
Pagine: 176
Prezzo: 12.00 €
C’è un’ironia sottile in questo libro, che mostra la precarietà come un’amara conquista della società moderna. Dietro ogni racconto l’autore cela un messaggio, una critica che non si trasforma in azione, ma rumoreggia nella coscienza dei protagonisti che animano questi racconti.
Questo gioco delle maschere, che rievoca Pirandello, è lo sport preferito della nostra società, in cui la flessibilità del lavoro, la precarietà della vita, la sofferenza, è vissuta con silenziosa angoscia.
Giovanni Battista Menzani ci racconta tutto questo e lo fa con una scrittura “chirurgica”, che seziona le situazioni. Ad ogni particolare viene assegnato un nome, ad ogni emozione viene data la giusta collocazione. Si avverte il gelo della società che tiene a distanza di sicurezza l’individuo, sempre più vittima di emozioni che non riesce ad esternare ma che somatizza.
Moltitudine contro singola persona, individuo contro circostanze. Questi contrasti sono presenti in tutti i racconti. Una raccolta affascinante, composta da 13 storie che mettono in luce l’assurdità della modernità. Persone indifese e incapaci di reagire che vivono con apatia ogni loro attimo. Come se ribellarsi fosse inutile.
A dare un pizzico di “allegria” alle vicende narrate, una sottile vena di umorismo che riesce a strappare più di qualche risata. In questo modo la scrittura diventa terapeutica e la letteratura si riappropria del proprio ruolo di “acuto osservatore” della società.
L’odore della plastica bruciata è una raccolta da gustare. Si lascia leggere, interpretare e soprattutto fa riflettere.