Autore: Monfrecola Vincenzo
Genere: Romanzo
Pagine: 271
Prezzo: 15.00 €
Tutto ha inizio con un furto, un incontro e un consiglio. Il furto non è uno di quelli comuni: la refurtiva si compone infatti di una sola giacca sottratta dalla Goodge e Son, una sartoria, nemmeno tra le più prestigiose, di Savile Row. La vicenda sembrerebbe indegna di qualsiasi attenzione se non fosse che la giacca appartiene al primo ministro e così per il “Daily Mirror” sul luogo del misfatto viene inviato Peter Daleslow. Nemmeno l’incontro è un comune incontro, bensì quello tra “l’ultimo dei commessi della Goodge e Son”, Eliodoro Rivebella, e “l’ultimo dei giornalisti del Daily Mirror” che dà ad Eliodoro un consiglio che si riassume in unica parola: ascoltare. Il suo sogno infatti è quello di diventare giornalista. Il commessosegue con impegno il suggerimento ed inizia ad ascoltare, ma da questa azione a prima vista inoffensiva nascono una serie di equivoci incredibilmente spassosi che portano a rivestire il comportamento più casuale e semplice di significati assurdi sino ad interpretare la più banale ingenuità come diabolica furberia. “ Nel mondo dei <<diplomatici>> , rinunciare a duecento sterline così come aveva fatto Eliodoro, ovvero sorridendo e parlando di farsi crescere barba e baffi, significava una sola cosa: quello li era dannatamente furbo”. Mentre è impegnato nella ricerca del ladro della giacca la sua vita si interseca con quella di cinque donne non molto ordinarie, di funzionari governativi non molto acuti, di uno stravagante conte dal nome impegnativo.
“Lo strano furto di Savile Row” è un romanzo che cattura l’attenzione sin dal titolo e riesce a mantenerla viva trasformandola poco a poco in vero e proprio coinvolgimento e trepidazione. Terminata la lettura si è colti dalla nostalgia di atmosfere e personaggi. Ognuno in questo libro, dal protagonista alla comparsa più marginale, è ben caratterizzato, ha una spiccata personalità e segue una ben definita linea di azione spesso discordante da quella degli altri creando così la lunga catena di equivoci che si generano l’uno dall’altro . Tutti questi personaggi si muovono nella Londra del 1910 di cui Monfrecola descrive accuratamente ambienti, angoli, atmosfere. “Non sembrava domenica e Londra cullava i suoi abitanti come la ninnananna culla i bambini irrequieti. Gli autobus e le vetture sferragliavano affollati da Oxford Sreet a Sloane Square allo Strand, i tram scampanellavano , i mendicanti elemosinavano , i giornalisti strillavano , mentre un uomo rincorreva il suo cappello suscitando l’ilarità dei passanti”. L’autore vi inserisce anche accadimenti storici documentati come il corteo delle suffragette, la morte del re Edoardo VII , il passaggio della cometa di Halley ed altri ancora. Descrive inoltre efficacemente il clima sociale del periodo attraverso pensieri, preoccupazioni e opinioni della gente e interessante risulta la diversa interpretazione del movimento delle suffragette . “ – Le suffragette sono quelle donne che protestano?- chiese Honey, che su quell’argomento non voleva sbilanciarsi. Allora Faustina spiegò perché protestavano, mentre la madre spiegò che protestavano perché non trovavano un marito e mai lo avrebbero trovato se continuavano a protestare”. Nel romanzo è narrata una storia inverosimile che tuttavia coinvolge persone comuni che vivono vite normali ed è questo che gli dà un tocco di reale, cattura la fantasia del lettore e convince che, prestando attenzione, nella vita di ognuno anche nella più ordinaria può trovarsi “un qualcosa” che valga la pena raccontare. Quest’opera ha anche il grande pregio di essere scritta con un tocco lieve ed ironico e si legge come auspicato dall’autore “con un bel sorriso sulle labbra”.