
Autore: Freda Wolff
Data di pubbl.: 2015
Casa Editrice: Newton Compton edizioni
Genere: giallo, thriller
Traduttore: Angela Ricci
Pagine: 317
Prezzo: 9,90
“La punta del coltello sta indicando le sue scarpe da ginnastica. Lei si china a slacciare i lacci con le dita tremanti. Il legno marcio è fresco sotto i suoi piedi. Fresco e sudicio. La punta del coltello le risale lungo le gambe fino alla gonna, che lei ha fatto frettolosamente scivolare lungo le cosce” (p. 13)
Marette Schulman psicologa da vecchia data a Bergen, città norvegese, accetta di seguire il caso di Aksel, ragazzo complicato, dal passato controverso e pieno di momenti difficili tra affidamenti a diverse famiglie e passaggi più o meno frequenti tra istituti e orfanotrofi. Nella prima seduta Aksel confessa l’omicidio della sorella più piccola, gettata in mare e lasciata affogare molti anni prima. Nella seconda seduta invece si rimangia tutto quello che aveva detto, dicendo che erano tutte bugie e creando una sorta di gioco-sfida nei confronti di Marette per vedere fino a che punto si potesse spingere. Marette è solita registrare l’audio delle sedute con i suoi pazienti, in modo da riascoltarle per capire meglio il soggetto, dal tono della voce, dalle vibrazioni, dalle pause, ecc. Lo studio di Marette è nella sua stessa abitazione, con però un ingresso indipendente dal resto della casa in modo che i suoi familiari non abbiano contatti con pazienti o documenti privati. Distrattamente lascia nel suo studio un CD musicale preso in prestito dalla figlia Julia, ragazza di 24 anni, andata a vivere da sola da poco tempo, con un post-it con alcuni riferimenti di Julia. Aksel viene dunque a conoscenza durante una seduta da Marette di come poter arrivare a Julia, per poterle dimostrare che in questo gioco di potere è lui a comandare e non lei.
Alcuni giorni successivi alla seduta, scompare nel nulla la migliore amica di Julia, che doveva essere ospite nel suo appartmento per una rimpatriata tra amiche. Il telefono risulta spento e dai genitori non era mai rientrata. In Marette il dubbio di uno scambio di persona inizia a farsi sempre più forte e sa che per un malato di mente come Aksel l’errore non è contemplato, quindi potrebbe tornare a farsi vivo. Inizia così una corso contro il tempo per rintracciare la ragazza scomparsa e mettere al sicuro Julia da un potenziale maniaco. Ma se Marette si sbagliasse e fosse tutta una grande messa in scena inventata da lei stessa in modo inconsapevole per non accettare la dipartita della figlia?
“Tra l’altro, era sicurissima che il suo paziente sapesse benissimo come toglierle il terreno da sotto i piedi. Non era stata la negazione delle sue precedenti dichiarazioni – quello era un aspetto tipico del comportamento dei sociopatici – ma la maestria con cui aveva diretto il gioco da quel punto in avanti. ” (p. 68)
Nel romanzo di Freda Wolff, pseudonimo della coppia di scrittori Ulrike Gerold e Wolfram Hanel, tutto accade nei primi capitoli e l’intreccio si scoglie pian piano per rivelare al lettore la soluzione solo nelle ultime pagine. Seppur con trama intrigante, riferimenti spaziali precisi e dettagli da giallo d’autore, ho trovato personalmente un po’ troppe forzature per non arrivare prima alla soluzione del caso; soprattutto tenendo in considerazione che è un romanzo ambientato ai giorni nostri, in cui con uno telefonino puoi in un secondo scambiarti informazioni e dunque scogliere dubbi e avere le risposte necessarie per prendere la decisione migliore.