Autore: Aldo Cazzullo
Titolo: L’Italia s’è ridesta
Editore: Mondadori
Anno: 2012
Pagine: 228
Costo: 15.90 euro
Dopo il tour dell’anno scorso, su e giù per la Penisola, in occasione dei 150 anni dell’unità d’Italia, Aldo Cazzullo, inviato e giornalista del Corriere della Sera, da autore teatrale e romanziere, torna a rivestire i panni dello schietto cronista con questo nuovo viaggio inchiesta in quindici città del nostro Paese.
E’ un libro fiducioso quello di Cazzullo che nonostante i timori che investono gli italiani vede per l’Italia un futuro di crescita e sviluppo. Quello dell’autore non è ottimismo a buon mercato o di maniera, ma un forte convincimento che deriva da ciò che ha visto nel suo giro d’Italia compiuto quest’anno incontrando tanta gente, in una vera inchiesta giornalistica.
Ad ogni città visitata, nel sottotitolo di ogni capitolo, Cazzullo attribuisce un aggettivo e così ad esempio Verona diventa “la complessata”, Roma “l’indistruttibile” e Milano “La nostra New York”.
L’autore non nasconde sotto il tappeto i problemi, anche grandi, che incombono sulle nostre città ed i nostri paesi o scandali che indignano gli italiani tutti i giorni; visita ad esempio città come Parma e Siena che stanno vivendo sulla propria pelle un periodo di forte crisi a causa degli scandali Parmalat e Monte Paschi. Per non parlare dell’Aquila piegata nel 2009 da un terremoto devastante che sta rinascendo grazie alla dignità e alla voglia di riscatto della sua gente, esattamente come in Emilia Romagna. In nessuna città del nostro Paese mancano motivi di speranza o segni di rinascita e da questi segnali che l’autore può ben dire che “L’Italia s’è ridesta” e non si arrende alla crisi.
Particolarmente toccante il ricordo personale di Lucio Dalla, di cui Cazzullo parla rammentando l’ultimo incontro avuto a Bologna, prima della scomparsa del grande cantautore.
Il libro si conclude con un bel catalogo, da tenere bene a mente, contenente le cose da fare, ricominciando a credere in noi stessi, perché, come dimostra l’inchiesta di Cazzullo, ne abbiamo davvero tutti i motivi.