Titolo: L’ipotesi del male
Editore: Longanesi
Numero pagine: 423
Anno di pubblicazione: 2013
Prezzo: € 18,60
Dopo “Il suggeritore” Carrisi torna a scrivere un romanzo con protagonista Mila Vasquez, poliziotta dall’animo travagliato ed esperta cacciatrice di persone scomparse.
Tutto ha inizio con la spietata strage di una ricca famiglia di cui è stato lasciato in vita solo il figlio più piccolo, risparmiato unicamente per consentirgli di dare informazioni alla polizia. Dopo una breve indagine ci si renderà conto della crudeltà del gesto: l’assassino aveva come obiettivo la morte del padre, ma ha ucciso uno ad uno i figli e la moglie prima di arrivare a lui, costringendolo così ad assistere ad uno straziante spettacolo.”Il bene di alcuni coincide sempre con il male di altri, ma è valido anche il contrario” (pag. 234).
La vera particolarità di questo episodio è da ricercarsi nell’identità del folle. L’uomo, che era scomparso 17 anni prima e di cui non si avevano più notizie, a causa di episodi successi in quegli anni è tornato per trovare la sua personale vendetta. Ha praticamente palesato la sua identità, in quanto vestito come quando era sparito e come appare nella sua foto posta sulle pareti del Limbo, la sezione della polizia in cui Mila lavora occupandosi della ricerca delle persone scomparse. Dunque si rende necessario l’intervento della poliziotta.”Vivi che non sanno di essere vivi. E morti che non possono morire” (pag. 252).
L’indagine porterà a scoprire i motivi di questo omicidio, ma non ci sarà il tempo di riflettere. Da qui in poi infatti sarà tutto un susseguirsi di episodi e assassini, compiuti da interpreti diversi e apparentemente con moventi separati. Rapidamente si troverà il filo conduttore: tutti gli assassini sono commessi da persone scomparse.
Mila indagherà con l’aiuto di Berish, un poliziotto reietto, ma con la grande capacità di entrare in empatia con i sospettati interrogati,anche se evitato e deriso dai colleghi a causa di un episodio avvenuto anni prima. Lui stesso porterà Mila a conoscenza di questi avvenimenti che hanno coinvolto persone sparite che facevano uso di sonniferi. Per questo i giornalisti avevano inventato la storia, a cui non si era più dato credito, che dietro questi fatti si celasse il Signore della Buonanotte. Che ci fosse un fondo di realtà in questa invenzione?
Carrisi ci porta alla scoperta di questo mistero coinvolgendo il lettore con un continuo susseguirsi di episodi, deduzioni e collegamenti. Il ritmo nella parte iniziale è elevato ed esalta il lettore, rendendolo famelico verso la ricerca della verità. Il linguaggio è diretto e la scrittura pulita e accattivante. Il personaggio di Mila è ben caratterizzato, con i travagli interiori, i problemi e i fantasmi che la tormentano con radici che affondano fin nel primo romanzo. “Tu sei sua. Tu gli appartieni. Tu sai ciò che vedrai…” (pag. 39).
Personalmente ho trovato il finale, o meglio la conclusione iniziale del mistero, poco fantasioso e un po’ troppo rapido, comunque meno interessante rispetto a quello che mi aspettavo. Forse a mente fredda l’autore è riuscito a sorprendermi, ma onestamente speravo di leggere qualcosa di diverso e di più articolato. Nonostante questo il finale riserverà ancora svariati colpi di scena, che faranno assumere alla vicenda sempre connotazioni diverse e consentiranno di apprezzare le varie sfumature che hanno caratterizzato molti anni compresi nella narrazione di questo libro. Le ultime pagine non mancheranno di lasciare al lettore un senso di inquietudine verso Mila e le vicende che la circondano e ossessionano. “Che madre sarei se non conoscessi il nome della bambola preferita di mia figlia?” (pag. 26).