L’incredibile viaggio del fachiro che restò chiuso in un armadio Ikea – Romain Puértolas

Titolo: L'incredibile viaggio del fachiro che restò chiuso in un armadio Ikea
Autore: Puértolas Romain
Data di pubbl.: 2014
Casa Editrice: Einaudi editore
Genere: Avventura, comico, Romanzo
Traduttore: Margherita Botto
Pagine: 224
Prezzo: 16 €

A prima vista, un titolo e una copertina così insoliti fanno pensare a un romanzo scritto per far ridere il lettore. Già dalle prime pagine, troviamo la conferma. Ajatashatru Lavash Patel (nome impronunciabile e quindi deformato da tutti gli altri personaggi) è un fachiro famoso in tutto il Rajasthan, nonostante sia un ciarlatano di prima grandezza. Un giorno, sostenendo di avere urgente bisogno di un nuovo letto di chiodi, imbroglia i suoi compaesani e si fa finanziare il viaggio per il negozio e per la destinazione più convenienti: l’Ikea di Parigi. Lo accoglie in suolo francese il tassista gitano Gustave, che tenta di raggirarlo con una corsa appositamente lunghissima ma si ritrova a sua volta raggirato dall’astuzia del cliente squattrinato. È solo l’inizio di un improbabile e divertente inseguimento in giro per l’Europa, in cui l’onore zingaro cerca la vendetta mentre l’inventiva dell’uomo col turbante resiste in tutti i modi. Il fachiro (o presunto tale) sciorina tutto il suo repertorio di trucchi, eppure la sorte lo conduce ogni volta in un luogo inaspettato, con compagni di viaggio molto originali, come l’imperdibile attrice Sophie Marciò. Le continue peripezie dai risvolti comici sono destinate al lieto fine, ma nel frattempo l’ormai ex fachiro ha scoperto un mondo nuovo, da vedere e da comprendere.

È vero, Romain Puértolas ha scritto un’opera prima molto divertente, che si legge con grande piacere, piena di colpi di scena e di coincidenze più uniche che rare. Le forze dell’ordine non ci fanno una gran figura, sia quando la loro sorveglianza viene facilmente elusa sia quando manifestano una severità che sconfina nel ridicolo, come nel caso della polizia di frontiera inglese. Guardando con più attenzione, non si tratta “solo” (ma sarebbe già un gran complimento) di una storia dalla comicità pirotecnica, in cui la fantasia corre a briglia sciolta. Anzi, si direbbe che il gusto per l’avventura prevalga sulle trovate brillanti. Non sembra un caso che, durante una delle sue fughe, al fachiro venga in mente un avventuroso per antonomasia come Jules Verne. Nel corso del suo viaggio involontario, Ajatashatru matura un desiderio. Vorrebbe smettere di abbindolare il prossimo e smettere di ricevere aiuto a senso unico. Attende l’occasione giusta per dimostrare di essere davvero cambiato e di avere imparato ad aiutare gli altri, da qualunque parte del mondo provengano. Se, come dicono i francesi, i viaggi formano la gioventù, l’adagio prende qui una veste inconsueta. “Aveva scoperto che esisteva un sentimento molto più forte dell’orgogliosa soddisfazione di avere sottratto qualcosa a qualcuno con l’astuzia e la falsità: quello di regalare quel qualcosa a chi ne ha bisogno“. E sotto sotto, nel vorticoso roteare di Paesi diversi, si capisce che dietro a quel “chi ne ha bisogno” ci sono i clandestini, i fuggiaschi che sognano un’Europa che offra loro un’occasione di vita. La stessa occasione inseguita dall’uomo col turbante.

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Damiano Latella, classe 1985, piemontese, ama la Francia, la Spagna e gli accenti messi al posto giusto. Pur non traducendo, si tiene in allenamento collaborando con la rivista «tradurre». Non capisce chi si lamenta della mancanza di buoni libri.

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