Data di pubbl.: 2011
Casa Editrice: Add editore
Genere: Saggi
Pagine: 95
Prezzo: 6
Per sapere di cosa parla questo trattatino ironico e tagliente, basta leggere le prime inquietanti pagine “una realtà agghiacciante fatta di orribili manichini esposti dai primi di dicembre (perché?) fino alla metà di gennaio (santi numi, perché?), nelle fogge più approssimative e nelle situazioni più irreali.”
Esatto, avete capito che il Babbo Natale in questione che necessita di essere salvato è quel fantoccio che da una decina d’anni a questa parte è comparso sulle ringhiere dei balconi italiani. L’analisi di Torti indaga in maniera brillante e intelligente questa bizzarra moda natalizia, inserendola in un contesto culturale e attuale. Secondo l’autore l’immagine di Babbo Natale attraverso la pratica “dell’appeso” viene distorta fino ad assumere un carattere negativo, ricorda un ladro o un impiccato più che un gaio omone ridanciano. Ma chi è Babbo Natale? Torti analizza la figura del vecchio barbuto partendo dall’antichità e passando attraverso tutte le storie, pubblicità di bibite gassate comprese, le immagini e le ideologie che hanno concorso a creare il personaggio magico e mitico che è Babbo Natale, Santa Claus o Nonno Gelo che dir si voglia. Il punto è l’immagine fiabesca che tutti abbiamo di Babbo Natale: anziano signore con barba bianca e panciona rotonda, il vestito rosso con risvolti bianchi, una slitta e renne volanti che si cala dal camino e compare solo la notte tra il 24 e il 25 dicembre per consegnare regali ai bambini buoni. Che ci sia stata inculcata dalla pubblicità della Coca Cola o da vecchi racconti, questa è l’idea che tutti abbiamo di Babbo Natale…sicuramente non è magro, non scala pareti verticali, non entra dalla finestra e soprattutto non ricorda “le serate televisive degli anni Settanta: pare di vederlo, lo zavorrato babbonatale che contempliamo nel suo gesto estremo, nel bel mezzo di un fil rouge in Giochi senza Frontiere.” E allora per quale arcano e contradditorio motivo alcuni di noi si ostinano ad appendere ai balconi smilze repliche deformi del nostro eroe? “per i bambini”. Ma siamo sicuri che sia un bene per i nostri figli?
Decisamente irriverente e vagamente politically scorrect, l’esilarante analisi di Torti vuole risvegliare le coscienze, è un grido di libertà per la fantasia e l’immaginazione di adulti e bambini, simboleggiata dal desiderio di salvezza dei babbinatale da balcone. Adatto a chi ha voglia di farsi due risate con occhio un po’ cinico e un po’ nostalgico sul Natale che anche per quest’anno ci ha lasciati…però quei maledetti pupazzi sono ancora sui balconi! “Credere in Babbo Natale è esercitare l’immaginazione, è vivere a cavallo tra magia e realtà. E noi cosa facciamo? Appendiamo un orribile fantoccio al balcone”.