Il collegamento con l’esterno è proibito. Si entra senza i-pad e cellulare. Non ho pensato di portare un semplice registratore e una semplice macchina fotografica, così entro con il mio taccuino: carta e penna per documentare questo progetto e questo angolo di realtà. Ho appuntamento con Maria Michela De Ceglia, responsabile della biblioteca e delle attività proposte ai detenuti nel terzo raggio del carcere di San Vittore a Milano. Qui ai detenuti vengono proposte diversi corsi settimanali o mensili che comprendono francese, giornalismo, cineforum, acquerello, musica, scrittura creativa, sport. E’ stato inoltre introdotto, proprio su iniziativa della stessa De Ceglia, il ciclo di incontri “Liberi di Leggere”, che coinvolge diversi autori che sono ospitati per presentare i loro libri e il loro lavoro ai detenuti: Fernando Coratelli, Donato Carrisi, Maria Jatosti, Enrico Pandiani, Guido Catalano, Adriano Barone, Luigi Pelazza, Davide Barzi, Padre Enzo Fortunato, Alessandro Meluzzi, Sabrina Minetti, Mauro Corona, Martigli, Valentina Fortichiari. Alla biblioteca è collegato anche un progetto di creatività, la legatoria, che offre prodotti realizzati all’interno del carcere, come calendari, agende.
La biblioteca di San Vittore ha inoltre aderito al progetto Biblio in rete, in collaborazione con il Comune di Milano, che prevede di migliorare i servizi delle biblioteche tramite corsi di biblioteconomia. È un locale accogliente, con scaffali altissimi stipati di libri, come ogni biblioteca che si rispetti. Il profumo della carta, familiare mi avvolge: trovo tanti libri conosciuti, dai classici alle novità e questo mi fa percepire un collegamento, un ponte tra il mio mondo, quello libero. Tramite la letteratura si può creare un ambito di condivisione, di scambio di opinioni e di crescita reciproca.
Ad aspettarmi nella biblioteca c’è Francesco Fusano, vincitore del premio Goliarda Sapienza 2012 contenuto nella raccolta “Siamo noi siamo in tanti- Racconti dal carcere” edita da Rai Eri, che sta ora ultimando il suo primo romanzo. Si occupa del servizio da un anno e dieci mesi. Lo aiuta Coman Ilje Valer che si occupa anche delle iscrizioni ai corsi e delle donazioni in uscita.
Francesco risponde alle nostre domande…
Di che cosa si occupa all’interno della biblioteca?
In principio mi occupavo della gestione come era stata impostata: prestiti e catalogazione nuove acquisizioni. Non c’era una logica e per così dire una filosofia che spingesse a guardarsi attorno e chiedersi cosa poter migliorare. Da un anno, dopo la mia frequentazione del corso legato al progetto “Biblio in rete”, è iniziato un lavoro di razionalizzazione del patrimonio: è stato attuato un sistema di collocazione bibliometrica (in base all’altezza del dorso), è stata avviata una revisione del patrimonio librario e abbiamo iniziato la ricatalogazione partendo dalla narrativa straniera. Se si calcola che abbiamo quasi 16000 volumi, di cui 3000 non erano nemmeno catalogati si può capire la mole di lavoro da svolgere. Lo spazio è quello che è e non ci si può basare per la selezione di un libro sul fatto che sia richiesto o meno, perchè un testo magari non interessa per anni ma poi qualcuno lo cerca. Bisogna piuttosto considerare le condizioni del libro: la carta ha il suo periodo di decomposizione e talvolta, anche a malincuore, bisogna fare delle scelte. Per quanto riguarda il lavoro a pc, quando si cataloga un libro si inseriscono campi che facilitano la ricerca e aiutano chi fa l’inserimento ad avere una conoscenza del patrimonio che gestisce. Una delle difficoltà nell’utilizzare il nuovo sistema è che con esso possiamo inserire un abstract del libro, ma non sempre lo abbiamo a disposizione e ovviamente non possiamo cercarlo sul web.
Il progetto prevede degli sviluppi ulteriori?
L’obiettivo del corso era non solo di formare bibliotecari, ma anche gettare le basi per consentire di migliorare il servizio dei prestiti e della catalogazione entrando in rete con le biblioteche che aderiscono. La seconda fase del progetto prevede l’installazione di un software che ci permetta di collegarci ad un catalogo nazionale delle biblioteche in rete, in cui potremo raccogliere anche tutte le informazioni sul libro. Ogni partecipante verrà formato per la razionalizzazione del materiale librario e ci saranno anche dei partecipanti di altre biblioteche che si stabiliranno qui a turno.
Come viene gestito il prestito dei libri?
Per il prestito ci sono dei volontari che vanno nei reparti con il catalogo dei libri. I detenuti scelgono e poi gli viene portato il libro. Solo coloro che frequentano i corsi hanno la possibilità di sceglierei i libri di persona in biblioteca.
Quali sono i libri più richiesti?
I libri più richiesti qualcuno dice che siano quelli di poesia. In effetti spesso i detenuti lì cercano, ma pensando che la poesia parli d’amore. Ma poesia spesso corrisponde a morte e perciò non trovano ciò che cercano e rimangono delusi. Sono molto gettonati i fumetti e Dylan Dog va per la maggiore: da quando l’abbiamo in catalogo ha superato di gran lunga tutte le altre richieste. Comunque si leggono molto i thriller, con autori come Grisham o Ken Follett.
Quali sono i problemi che incontrate?
Si è diffusa un’informazione sul web di portare i libri a San Vittore, è importante però che la gente sappia quali libri portare. Noi abbiamo bisogno di novità soprattutto perché facciamo fatica ad averle. Per le nuove acquisizioni ci basiamo su donazioni, perché non abbiamo alcun finanziamento. Qui anche la cancelleria ci viene regalata. Il problema è che le persone spesso svuotano le cantine e ci danno libri che non ci servono. A nostra volta facciamo donazioni di libri nuovi che a volte ci arrivano in più copie.
È un problema che la maggior parte dei detenuti siano stranieri?
No, sanno praticamente quasi tutti leggere l’italiano in realtà.
Le nostre interviste si chiudono spesso con un messaggio per gli Amanti dei Libri. Qual è quello che ci vuole dare lei?
Leggere secondo me è importante per mettersi nei panni degli altri e capire cosa provano, attraverso i sentimenti di un personaggi descritti dall’autore possiamo comprenderli e questo ci può aiutare a essere più sensibili, a non ferire l’altro perché siamo in grado di entrare nel suo mondo, in ciò che prova. Tutto ciò grazie a un libro…