Autore: bonnie garmus
Data di pubbl.: 2022
Casa Editrice: Rizzoli
Genere: Romanzo
Traduttore: Anna Rusconi
Pagine: 464
Prezzo: 19,00 €
Si potrebbe dire che “Lezioni di chimica” è stato il romanzo dell’estate 2022. Personalmente l’ho letto, consigliato, regalato, raccontato, anche sognato. Se volessimo riassumere questo titolo con un solo termine: magnetico.
Per il suo debutto da autrice, Bonnie Garmus ha scelto di raccontare una storia potente, che parla al lettore con una schiettezza qualche volta anche glaciale, ma pur sempre rispettando i codici sottintesi del romanzo.
Elizabeth Zott è una chimica, ma anche una mamma, una moglie, umana di un cane che già dal nome affidatogli dimostra di non essere ‘dentro le righe’ (l’hanno chiamato Seiemezza), come tutto quello che caratterizza la vita della protagonista. È anche una conduttrice televisiva, ma questo non per scelta.
Nella California degli anni Cinquanta, periodo storico in cui la trama si svolge, le donne erano tutto fuorché considerate professioniste specializzate (come nel resto del mondo, dopotutto). Avere un lavoro significava, a quel tempo, avere accesso a una scelta molto ristretta e restrittiva: o dattilografa oppure segretaria (ma, s’intende, con mansioni non sempre dignitose). Poter accedere a un corso universitario, e poi a un’unità professionale nel campo chimico, per una donna era una situazione quasi irrealizzabile a meno che non si scendesse a compromessi. Disgustosi, umilianti, sebbene realmente ‘ordinari’ per la maggior parte di quegli anni.
Eppure Elizabeth Zott sembra non rendersene nemmeno conto, affronta la realtà con la spavalderia ingenua di chi lotta per un obiettivo. Ecco perché Lezioni di chimica non è solo un romanzo, che a tratti potrebbe anche assumere le sembianze di un romanzo rosa, ma è una vera e propria lezione di determinazione. Di femminismo, sì, ma applicato, sperimentato, disperato e mai teorico.
Con una famiglia originaria per nulla incoraggiante, per vissuto e per fallimenti, Elizabeth sceglie di specializzarsi in un settore che è direttamente contrapposto a quello (mistico-religioso) in cui era attivo il padre truffatore. È così che incontra diversi ostacoli, ma anche l’uomo che la riflette per carattere, per passioni, per stile di vita. Un uomo che a differenza sua ha potuto facilmente accedere alla scalata professionale che anche a lei spettava, semplicemente essendo se stesso.
Da questo amore che poco dopo l’inizio del romanzo prende una piega inaspettata, Elizabeth Zott tra alcune delle più belle esperienze della sua vita: essere ‘umana’ di Seiemezza, il cane salvato dalla strada a cui durante la trama insegna a comprendere più di 400 termini della lingua inglese; imparare a vogare (sarà la prima di una lunga serie di donne vogatrici, a suo tempo l’unica a far parte di un team maschile), e diventare mamma della piccola Mad, la bimba nata da due geni della chimica che non può che essere un connubio di acutezza, intelligenza emotiva e intuizione.
La solitudine rappresentata dall’essere donna nel 1950 senza un matrimonio, con un lavoro non riconoscente e con una bambina, però, non l’aiuta ad affrontare gli ulteriori ostacoli che la vita le propone.
È solo accettando di aprirsi con la vicina di casa, la dolce Harriet, una nonna acquisita per Mad e da questo punto una costante in tutto lo sviluppo della storia, che Elizabeth sceglie di tornare a lottare per affermare l’autorevolezza femminile in un mondo maschilista (e misogino). Lo fa lavorando in tv, uno dei mondi da sempre meno apprezzati dalla protagonista, ma con un potere divulgativo a quei tempi non trascurabile.
Con ‘Cena alle sei‘ Zott diventa la madrina di tutte le donne casalinghe per definizione ma custodi di sogni e progetti fino a quel momento chiusi in un cassetto, a chiave. Il programma, che va in onda ogni giorno alle sei (ca va sans dire) ha, secondo il produttore che la assume, l’obiettivo ludico di intrattenere le mogli e mamme che stanno per prepararsi a cucinare. Ma secondo la protagonista tutto è fuorché un contenuto di poca sostanza. Con la cucina a disposizione (sapientemente allestita a modi bomboniera, ma che E.Z impiegherà 5 minuti a svestire per conferire serietà alla sua presenza sullo schermo) propone ogni giorno ricette gustose per una alimentazione equilibrata, nutriente e consapevole. Il tutto, amalgamato da nozioni di chimica che inaspettatamente le telespettatrici dimostrano amare alla follia. (L’acqua, nelle ricette di Elizabeth Zott è H2O, ma naturalmente questa è solo una delle numerosissime spiegazioni professionali che fornisce, in modo comprensibile e godibile).
Niente acconsciatura, nessun vestito attillato, no al sorriso plastico: scardinando i paletti imposti dalla prassi televisiva, Zott diventa la madrina di un femminismo quotidiano e tra le altre cose avvicina, a suo modo, il mondo alla chimica.
Lo svolgimento della trama rimane da svelare, perché troppi sono i passaggi rilevanti che se anche solo accennati in questa recensione rivelerebbero l’anima e lo sviluppo del libro. Ma chiudiamo con una citazione di Elizabeth Zott: “Non permettete che i vostri talenti restino in letargo, signore mie. Progettate e costruite il vostro futuro. Stasera, tornate a casa e chiedetevi cosa cambierete. Poi mettetevi all’opera“.