Autore: ruth ware
Data di pubbl.: 2019
Casa Editrice: Corbaccio
Genere: thriller
Traduttore: Valeria Galassi
Pagine: 368
Prezzo: 19,50 €
L’estate 2019 è stata segnata dall’uscita di un nuovo libro di Ruth Ware: ed è subito spettacolo.
Ogni volta che la regina europea del thriller contemporaneo annuncia un nuovo titolo, è come sedersi al cinema e assistere al calar delle luci davanti al grande schermo: trepidazione, eccitazione, frenetico desiderio di capire. Perché già si sa, la prima pagina dà inizio ad un nuovo enigma.
“L’eredità di Mrs Westaway” ha tutta l’aria di un bel romanzo, intricato ma familiare – in tutti i sensi, che coccola e che tiene compagnia. Ma, quando a 15 pagine dalla fine del libro, il mistero e soprattutto la risposta alle infinite domande della protagonista, non arrivano, c’è letteralmente da impazzire.
Hal è una giovane ragazza di Brighton alla quale è da poco mancata la mamma. Padre sconosciuto e una vita precaria, vive da sola in un piccolo appartamento dalla descrizione agghiacciante nel complesso locale “Marine View Villas”. Di lavoro fa la cartomante, legge il futuro ai turisti o superstiziosi locali, nel suo piccolo chiosco sul molo della città. “Margarida Westaway” (nome del locale) è tutto quello che la sua mamma le ha lasciato per vivere, oltre, a saldi valori e grande coraggio. Tutto bello, ma non basta per pagare l’affitto dello spazio al molo, né il saldo mensile dell’appartamento. E così, Hal si caccia nei guai.
È Mr Treswick, notaio della famiglia Westaway, a comunicarle la lieta, ma non troppo, notizia: Hal sembra avere una nonna, degli zii, un paio di cugini, e molti, moltissimi soldi in eredità. Ma è lei la Harriet Westaway giusta? Molti indizi confermano il contrario, e soprattutto, indagare sulla risposta non sembra essere una buona idea.
Ruth Ware con grande maestria sgancia il colpo di scena sul finire, e le ultime, appunto, 15 pagine sono tutta una rincorsa senza fiato.
Una storia di legami di sangue farciti con quel “quid” di losco che fa sorgere dubbi al lettore una pagina sì ed una no. Un susseguirsi di domande, di frasi rilette per assicurarsi di aver capito bene, di piccoli indizi che creano un meravigliosa suspance raffinata.
E poi, un elemento che con Ruth Ware non manca mai: l’ambientazione. Il contesto, raccontato nei dettagli con colori e rumori, sensazioni, odori. Trepassen House, con le sue gazze, è la casa di famiglia che tutti desidererebbero ereditare e allo stesso tempo vorrebbero non dover mai conoscere.
Ruth Ware ha fatto centro, ancora una volta, sconfiggendo il cinico “forse questa volta è meno intrigante”.