L’ElzeMìro – Lettere d’ignoto alla dr.ssa Dedgyakéli* Lettera settima, marzo 1, Uccellini ultimattutini

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          George C. Tooker (1920-2011) Un ballo en Maschera,1983, litografia, RoGallery

Ultimo treno sulla ferrovia a scartamento metrico. Ancora neve sui campi, fango q.b., stecculiti alberelli, boschetti sparsi, bronchi neri di vigne, un paese, un’altro, non plus ultra serale, capolinea dovuto. Borgo, chiesa, torre delle ore, tutto medievale, biscottato palazzotto giallorosa, 1636, brezza, bandiera nazionale, cassette postali, muggiti miti all’ombra d’un panettone tozzo, metri milleseicentosette mi dicono alla locanda, portone intagliato, oscuro androne di roccia, patate burro prezzemolo aglio, pane, formaggi. Lusinghe. A volere c’è un paese lassù, mi dicono Sanctacrux, sull’orlo di un calderone morenico; tra faggi e abeti1, appositi gnomi tràppolano macchine fotografiche; col treno domani, su su per un varco scavato nella marna mi dicono; auto no, giro pesca; domani…. non so gli scartamenti ridotti scartano che cosa….

Alba, Primavera lancia segnali ai suoi animali. Gli uccellini, àrcheoptèrigi incantatori, distinguono le arguzie della luce; se il loro è canto ignorano allora o, con  migliore probabilità, sanno tutto…. quando il cuore gli volerà oltre il volo…. cantano l’ore al mondo, la sua fine abbozzata sul quaderno del pittore. Me, via dalla stazione, mica su per hinübera2, indietro, via; senti senti, cucù cucù un cucù, dove, chissà.… ahiahiahiai, da un bosco a sorpresa, spuntano sei carri armati, grufolano nella neve affiancati grugru, cingolati panzarotti, ripieno in scatola di combatto, grugru, aprirsi a ventaglio, manovre, sganciarsi, grugrugru gr gh…. La domanda non è circa il Che si presenta, ma sul come capiti che l’evento coincida col coglimento. Labirinto, filo, lo annodi qua lo annodi là/ Dal labirinto non c’è riscossa/solo in avanti per una fossa3….per hinübera ad ima.

Nessuna intenzione di fermarmi in questo medio inverno d’evo che gocciola, sgocciola gl. A situarli con sforzo vigilante nel loro tempo, gli evi perdono in pittoresco ciò che acquistano in realismo; località fondate dalle agenzie turistiche su macerati, lordumi e pèsti; me pupolóne di san sapone, piglia un’inerme scoramento; ve lo do io l’oh bej-oh bej4 di palazzi, duchesse e miserabili prima dell’avvento della candeggina, oh Labarraque5; ma il broncio della verità al sorriso giudizioso della menzogna mostra la propria insufficienza. Questa lettera è uno sperpero, manca l’eccesso, il Dove filare con comodo, lei dottora dirà dove sbavo, e galoppo la mia indignazione di esistere…. eppur-e-sistere…. ma ormai l’ho spedita, pèrdita nel tempo, atto compiuto prima di compiersi. Del resto il primo passo, il primo Drìnghedendràng nach Westósten6 è stato salire sul treno. Una freccia nel tunnel.

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1. cfr. in Giosuè Carducci – Il comune rustico – in Rime nuove  liber VI -1906

2. bisticcio latino-germanico da hinüber/oltre; vedi più sotto per hinübera ad ima, plurale di imum/fondo o termine. Parafrasi relativa-contraria di per aspera ad astra.

3. cfr. nota a. nella lettera scorsa, Utili entragna.

4. lombardo per oh belli oh belli, titolo di una nota, antica (1510) fiera, la fiera degli~ dedicata al Santo di Milano, Ambrogio, 7 dicembre. 

5. Antoine-Germain L. , farmacista francese che mise a punto (1820) come disinfettante, il già noto decolorante per tintoria, eau de Javel (C.L.Berthollet – 1775), la candeggina appunto.

6. gomitolo di allusioni: alla canzone ‘Ndringetendra-Francesco Albanese (1912-2005) https://www.youtube.com/watch?v=jZxQ5AwId3o. Al Drang/impulso, da cui Sturm un Drang, nach Osten, l’impulso verso est delle popolazioni germaniche già dal medioevo, fatto e teoria affermata dal XIX sec. in avanti fino al nazismo, dello spazio vitale tedesco. Alla raccolta poetica di J.W. von Goethe West-östlicher Divan/il divano occidentalorientale.*

*cfr. in https://dascola.me/2018/04/01/lelzemiro-di-martedi-3-aprile/

BA 10

Pasquale D'Ascola

Pasquale Edgardo Giuseppe D'Ascola, già insegnante al Conservatorio di Milàno della materia teatrale che in sé pare segnali l’impermanente, alla sorda anagrafe lombarda ei fu, piccino, come di stringhe e cravatta in carcere, privato dell’apostrofo (e non di rado lo chiamano accento); col tempo di questa privazione egli ha fatto radice e desinenza della propria forzata quanto desiderata eteronimìa; avere troppe origini per adattarsi a una sola è un dato, un vezzo non si escluda un male, si assomiglia a chi alla fine, più che a Racine a un Déraciné, sradicato; l’aggettivo è dolente ma non abbastanza da impedire il ritrovarsi del soggetto a suo Bell’agio proprio ‘tra monti sorgenti dall’acque ed elevate al cielo cime ineguali’, là dove non nacque Venere ma Ei fu Manzoni. Macari a motivo di ciò o, alla Cioran, con la tentazione di esistere, egli scrive; per dirla alla lombarda l’è chel lì.

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