L’ElzeMìro – Lettere alla dr.ssa Dedgyakéli* Lettera undecima, aprile 1, Minima animalia

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            George C. Tooker (1920-2011) Un ballo en Maschera,1983, litografia, RoGallery

Non credo, mi creda, mi accosto alle città, chiaro, ma immagini lei, un tormento, è tutto un sentire, ascoltare vé vé di vitelli, di agnelli, gnè gnè, dei bùi buè buè, polli, galline qué qué. Mandibole a milioni, triturare cosciotti, cervelli, ham ham d’ossi buchi, oh oh che delizie. Immagini le città, tutte Macao, archimetrìe del dolore, Monaco con vista su parco Dachau, scampagnate domenicali, poi tutti, alè in birreria, specialità della casa, babiesribbonesa alla brace. Goebbels che offre a banchetto selle e filetti, che delizia, dei suoi marmocchi. Suimangiàti. Burg burg bourguignonne, Chianti a fontane sulla carnigióne, Latte di Virgo Mariab e ruttino. Poi cacatoria al mattino, giù a spingere fuora ditine durine, oh i bambini guardali Magdalac sono tornati, sbafati. Città, fumièra di trippe, di milze e braciole. Li sento me sì, lei non so, urli urli, occhi sgranati al terrore, dicono la morte pietosa, sèe, elettrocuzione ma va’, mazzate ai renitenti, da non credersi, arpioni e tutto un scivolare di urla nel sangue. Sangue a tutta Dachau. Me, impossibile solo pensare alle proteine di morto che mi stàgnino l’intestino; spasmi al piloro. Me, zucchine, belline, verdìne, piccine, le costolùte ritrovate. Me, guardi, impossibile accostarmi a una bocca cui spunti un coniglio tra i denti; su dal tènue di quei fetori. Orrore è un’altra parola per la mia intolleranza. Non credo siano fiori e rose tra orsi e serpenti, so per prova che non si fissano gli animali negli occhi, i gatti ad esempio non da vicino, non temo la vipera che fugge affannata, prova tu senza gambe, mica però che un morso mi andrebbe; non mi interessano le foreste amazzonia, stiano bene dove sono, cosa c’è da esplorare, il Messico, sai che bello, ragni e scorpioni, un condominio, ognuno al suo posto, un posto ad ognuno; visti i falchi si sa, mirabili assassini che a sera, naturasì supermercato, cuccioli e topi. Ma me non mi hanno addomesticato gli umani, sorridono, vàe, prudente guardargli le fauci, i canini vampiri. Alla larga. Sono razzista, vegetariano insurrezionalista, non sento il bisogno di simpatia pei bipedi dominanti, parola di orco, non mangio nemmeno gli umani. Adamo, già detto, scarto di fabbrica, fin da piccino. Me tant’è, naturale assai poco con l’esclusione dei momenti solerti in cui mi adatto a evacuarMI, urigliare, nutrirmi. Insomma, dica lei, come cane o gallina. Essere o averci a che fare, quello è il problema. Mrgniao.

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a  così nel testo, intraducibile; alla lettera,  costolette e /di ossa di bambini 

b Liebfraumilch. È un rinomato vino del Reno.

c Maria Magdalena Ritschel , detta Magda, coniugata Goebbels. Il 30 aprile 1945, si  suicidò col consorte, dopo avere ucciso o fatto uccidere i 6 piccoli figli.

* cfr. https://wordpress.com/post/dascola.me/4099

BA 10

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Pasquale D'Ascola

Pasquale Edgardo Giuseppe D'Ascola, già insegnante al Conservatorio di Milàno della materia teatrale che in sé pare segnali l’impermanente, alla sorda anagrafe lombarda ei fu, piccino, come di stringhe e cravatta in carcere, privato dell’apostrofo (e non di rado lo chiamano accento); col tempo di questa privazione egli ha fatto radice e desinenza della propria forzata quanto desiderata eteronimìa; avere troppe origini per adattarsi a una sola è un dato, un vezzo non si escluda un male, si assomiglia a chi alla fine, più che a Racine a un Déraciné, sradicato; l’aggettivo è dolente ma non abbastanza da impedire il ritrovarsi del soggetto a suo Bell’agio proprio ‘tra monti sorgenti dall’acque ed elevate al cielo cime ineguali’, là dove non nacque Venere ma Ei fu Manzoni. Macari a motivo di ciò o, alla Cioran, con la tentazione di esistere, egli scrive; per dirla alla lombarda l’è chel lì.

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  • Biuso

    “Sono razzista, vegetariano insurrezionalista, non sento il bisogno di simpatia pei bipedi dominanti, parola di orco, non mangio nemmeno gli umani”. Con queste parole e con l’intera lettera undecima l’anonimo si immerge nel cuore nero della specie, nel massacro totale, costante, senza requie degli altri animali. Io sospetto che la vita umana sia così affranta e desolata anche per punirci di tale sterminio.

    • D’Ascola

      Sono al lavoro, sono le sette e trenta appena passate e il massacro allegro è ripreso dovunque. Tra poco il risultato nei migliori supermercati.
      Grazie Psq.

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