
Autore: Mascali Antonella
Data di pubbl.: 2012
Casa Editrice: Chiarelettere
Genere: Saggi
Pagine: 118
Prezzo: 12.90
Paolo Borsellino e Giovanni Falcone “furono assassinati perché con il loro lavoro di integerrimi magistrati, culminato nelle condanne inflitte con il maxiprocesso, erano il simbolo di uno Stato che aveva sferrato un colpo mortale a Cosa nostra”: così inizia la prefazione al testo il magistrato Roberto Scarpinato. Leggere “Le ultime parole di Falcone e Borsellino” a vent’anni dalle stragi di Capaci e di Via D’Amelio aiuta a comprendere come l’esempio di uomini coraggiosi e dediti alla giustizia resti attuale. Da subito il libro sottolinea la difficoltà incontrata dai due magistrati palermitani nel lavorare in assenza di collaborazione da parte dello Stato. Il senso di solitudine abita molti discorsi di Falcone e Borsellino: “Io non mi sento protetto dallo Stato perché oggi la lotta alla criminalità mafiosa viene sostanzialmente delegata soltanto ala magistratura e alle forze dell’ordine” (pag XXV).
La casa editrice Chiarelettere ha il pregio di portare subito all’attenzione del lettore un cristallino ritratto dei personaggi di cui si parla. Dopo l’esaustiva prefazione seguono una serie di brani tratti da corrispondenza, discorsi e testi vari (come “Cose di Cosa nostra” di Falcone) che tratteggiano squarci di vita professionale e quotidiana dei magistrati. Scorrono incontri e dialoghi con avvocati e capi della polizia, boss mafiosi e informatori. La curatrice Antonella Mascali, nella parte centrale del libro, dà voce al senso di legalità riportando, tra le altre cose, un discorso tenuto da Paolo Borsellino agli studenti di un istituto superiore di Bassano del Grappa il 26 gennaio 1989; poi, ancora, un intervento di Falcone al dibattito organizzato a Palermo il 17 dicembre 1984 da Unità per la Costituzione, corrente dell’Associazione nazionale magistrati. Quasi commuove leggere la caparbietà e la passione con cui Falcone e Borsellino hanno svolto il proprio lavoro sapendo di essere costantemente in pericolo.
“Le ultime parole di Falcone e Borsellino” è un libro ricco di particolari ed articolato in modo scorrevole attraverso brevi capitoli; le note (per la verità non molte), inserite agilmente a fondo pagina, aiutano a connotare personaggi e contesti. E come un cerchio che si chiude richiamando il titolo, il libro termina con il discorso “Me ne sono andato in punta di piedi” di Paolo Borsellino alla Procura di Marsala il 4 luglio 1992, pochi giorni di essere ucciso.