Autore: Vallejo Francois
Data di pubbl.: 2012
Casa Editrice: Del Vecchio editore
Genere: Romanzo
Traduttore: Cristina Vezzaro
Pagine: 272
Prezzo: 14.50
Il libro di François Vallejo, Le sorelle Brelan, è una piccola saga familiare di sole donne: Marthe, Sabine e Judith e somiglia vagamente ad una fiaba. Le tre sorelle, così simili nel colore degli occhi, sono caratterialmente molto diverse, ma nello stesso tempo anche molto unite, tanto da apparire al lettore come un piccolo esercito. Stessa volontà e stessa determinazione, e mostrano, nonostante le avversità della vita, di essere molto scaltre.
A Parigi, finita da poco la Seconda Guerra Mondiale, le tre sorelle Brelan, ancora adolescenti e già orfane di madre, perdono tragicamente anche la figura paterna. Seppur sprovvedute ed inesperte, con una forte determinazione riescono a rimandare la data della decisione del loro affidamento al momento in cui una delle tre diventa maggiorenne e manifestano la ferrea volontà di rimanere insieme da sole, affrancandosi da ogni sorta di legame parentelare. Unica ammessa a far parte della loro vita la nonna Madeleine. Pagina dopo pagina, attraverso una scrittura raffinata e lieve, quasi impalpabile, che entra e tocca i sentimenti più profondi del lettore, si dipana il loro destino. Vallejo, insegnante di lettere classiche, offre una narrazione accattivante ed originale e nasconde il dialogo in un discorso indiretto dall’incedere quasi poetico. Affascinano le pagine descrittive dallo stile elegante.
Le tre sorelle Brelan, attraverso le peripezie quotidiane, raccontano quattro decenni di vita e di storia, la storia della seconda metà del Novecento. Inseparabili, si muovono all’unisono, pur essendo estremamente libere ed autonome. Sono costrette a combattere con la mentalità del periodo che non ammette ancora l’emancipazione femminile. Neppure le avversità della vita riescono a dividerle se non per brevi periodi “Tre, erano tre e condividevano tre abitudini:intendersi con uno sguardo, tacere nello stesso istante e parlare tutte insieme. Divise si sentivano perse, diventavano deboli” (pag.9 ). E quando si dividono si ritrovano sempre, in un modo o nell’altro.Marthe, la maggiore, ottiene un posto di lavoro presso lo studio di architettura di cui suo padre era socio, ma è costretta a separarsi da Sabine e Judith perché colpita dalla TBC e a vivere per mesi in sanatorio. In questo frangente, Sabine deve rivestire il ruolo di capofamiglia e prendersi cura della sorellina minore. L’autore racconta con ordine i fatti. Sabine soffia il posto di lavoro alla sorella e realizza che per avere ciò che desidera dalla vita deve affiancarsi ad un uomo ricco e potente, così si accasa con un imprenditore tedesco che si innamora dei suoi occhi grigi e della sua parlata francese. Ossessionata dai soldi e dal successo, si stabilisce in Germania e vive la costruzione di quel muro che separerà Berlino in due. Judith invece si ostina a rimanere in casa e rifiuta gli studi canonici nelle scuole. Raccoglie e cataloga articoli di giornali di cronaca nera, approfondisce da autodidatta la conoscenza dell’architettura utopistica praticata da suo padre e si fa portavoce di battaglie ideologiche. Sogna un amore ed un destino fuori dal comune ed arriva ad innamorarsi di un criminale. Nessuno dei personaggi che ruota nelle loro orbite è in grado di sfaldare il legame così intenso che le unisce, il loro mondo, e qualsiasi figura appare meschina o debole nei loro confronti. “Essere felici tutte e tre insieme, anche se dovevano essere infelici ciascuna per conto suo” (pag.268). L’autore ha saputo connotare tre ritratti che per la loro umanità affascinano il lettore: Marthe la materna, Sabine l’arrivista e Judith l’idealista. Che si parteggi per l’una o per l’altra delle tre sorelle o per nessuna o per tutte insieme, la lettura di questo romanzo è veramente appassionante.
E per finire una nota di merito alla casa editrice: l’aver inserito chi ha curato l’editing oltre al nominativo della traduttrice.