Le letture tendenziose – Franco Antonicelli

Titolo: Le letture tendenziose
Autore: Franco Antonicelli
Data di pubbl.: 2021
Casa Editrice: E/O Editore
Genere: Saggi
Pagine: 85
Prezzo: € 7,00

Franco Antonicelli è stato uno dei protagonisti della cultura italiana del Novecento.

L’intellettuale piemontese di origine pugliese (il padre era originario di Gioia del Colle) che ha frequentato  Gaetano Salvemini, Tommaso Fiore e Piero Gobetti.

Proprio quest’ultimo può considerarsi il suo maestro da cui ha imparato lo stretto rapporto tra etica e politica.

Antonicelli diverrà uno dei più accreditati rappresentanti della nostra cultura.

Nel 2014, per il quarantennale delle sua morte, l’Unione culturale, che venne fondata da un gruppo di intellettuali antifascisti tra cui lo stesso Antonicelli, ha organizzato a Torino un convegno a lui dedicato. «Franco Antonicelli, il coraggio della cultura», tre giornate di studio a cui sono intervenuti  la figlia Patrizia che vive negli Stati Uniti e importanti esponenti della nostra cultura come Goffredo Fofi e Marco Revelli e nomi autorevoli della storiografia come Giovanni De Luna.

Franco Antonicelli nasce a Voghera il 15 novembre 1902 da Donato, ufficiale di origini pugliesi, e Maria Balladore che apparteneva alla borghesia vogherese.

Franco trascorse i primi anni dell’infanzia a Gioia del Colle.

Nel 1908 si trasferì a Torino dove frequentò lo storico liceo classico D’Azeglio e successivamente si laureò in lettere e in giurisprudenza.

Nel 1929 fu arrestato per aver firmato una lettera di solidarietà a Benedetto Croce. Inizia così il suo impegno antifascista.

La figura e l’opera di Franco Antonicelli meritano una sincera riscoperta. Sono numerosi gli aspetti della complessa personalità di Franco Antonicelli: intellettuale eclettico, editore raffinato, giornalista superbo, interprete in senso gobettiano della religione della libertà di crociana memoria.

L’incontro con Gobetti ha in un certo senso cambiato la sua vita.  Un incontro avvenuto quasi per caso, dettato dalla curiosità di Antonicelli di conoscere l’ingegno di questo pensatore liberale di cui sentiva parlare bene già dai tempi del liceo.

Gobetti, per Franco Antonicelli, diventerà l’esempio da seguire. «Il crociano Antonicelli dovrà attendere il ’68 per chiarirsi intimamente il senso di quella “terribile parola” – rivoluzione – che il giovane Gobetti “accoppiava” all’aggettivo liberale.

Antonicelli è stato il fondatore del giornale liberale “L’Opinione”. Foglio che ha anche diretto negli anni della clandestinità.  Dopo la laurea in lettere si dedicherà a un’intensa attività culturale, intrattenendo rapporti con Leone Ginzburg, Cesare Pavese, Italo Calvino. Con la sua intelligenza si impose nel mondo culturale torinese Cesare Pavese, infatti, scrisse: «Franco era divenuto uno dei tipi culturalmente più significativi di Torino… uomo onestissimo e sinceramente democratico … un fine umanista».

Dal 1932 al 1935 Antonicelli dirigerà la Biblioteca Europea per conto dell’editore Frassinelli.

In quell’occasione incaricherà Cesare Pavese di scoprire nuovi scrittori americani. Basta ricordare Moby Dick di Melville tradotto dall’autore de Il mestiere di vivere. Nel 1947 Franco Antonicelli con la sua casa editrice De Silva pubblica Se questo è un uomo di Primo Levi che Einaudi rifiutò

Nei mesi del confino ad Agropoli, dove fu inviato in seguito alla lettera di solidarietà a Croce, Antonicelli maturerà la coscienza di un intervento politico in prima linea.

Il suo dissenso al regime fascista gli costò caro: quattordici anni di arresti a singhiozzo e il confino.

Tra i suoi numerosi interessi la letteratura e la critica letteraria sono quelli che Antonicelli coltivò con passione e rigore.

Nella rinata Piccola Biblioteca Morale, pubblicato dall’editore e/o e curata da Goffredo Fofi, torna Letture tendenziose un testo breve in cui Franco Antonicelli parla a cuore aperto del suo grande amore per i libri e la letteratura.

Il discorso sulle letture tendenziose fu pronunciato da Franco Antonicelli a Livorno il 15 ottobre 1967, per l’inaugurazione della biblioteca dei portuali.

Parole attuali e profetiche che oggi hanno ancora una validità sconcertante in un mondo in cui la letteratura ha smarrito la sua funzione e si pubblicano libri di cui nessuno domani si ricorderà.

Antonicelli si rivolge ai portuali con la passione del lettore proponendo un invito alla lettura attraverso il consiglio disinteressato di libri.

Lui dice di essere lì e di aver accettato l’invito perché ha provato un grande amore per il popolo, per il popolo che non rimane massa e che si costruisce i suoi strumenti per diventare come tutti desideriamo: la classe dirigente del paese.

Davanti alla biblioteca dei portuali Antonicelli suggerisce loro di portare scompiglio con i libri, gli invita a creare la loro biblioteca a coltivare il giardino della cultura.

A formare la loro biblioteca ideale partendo sempre dalla curiosità del conoscere.

Antonicelli consiglia quei libri che non sono di parte, i libri degli osservatori che sono dalla parte che si dice “non parte”, imparziali osservatori.

Quando sostiene che il dovere intellettuale è insegnare la rivolta, Antonicelli non può non consigliare Lettera a una professoressa.

È forte l’invito ai suoi amici portuali a leggere poesia e a mettere la poesia nella formazione della loro biblioteca perché la poesia è veramente libertà; la poesia, poiché innalza la vita dell’uomo ne innalza anche la coscienza e la risveglia.

“Cercate sempre i libri che vi tormentano; cioè che vi conducono avanti, i libri che vi gettano lo scrupolo di coscienza: questi sono i libri, i libri non di fede accertata ma di fede incerta».

Solo un uomo speciale, dotato di lungimiranza e saggezza straordinaria, può dispensare consigli così preziosi.

Le letture tendenziose (in cui troviamo quasi tutti gli autori che hanno contribuito alla sua formazione) di Franco Antonicelli sono suggerimenti preziosi anche per noi lettori onnivori di oggi che come lui siamo convinti che senza la letteratura non esista un mondo morale.

 

 

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