L’artefice – Jorge Luis Borges

Titolo: L'artefice
Autore: Jorge Luis Borges
Data di pubbl.: 1960
Casa Editrice: Adelphi Editore
Genere: letteratura contemporanea
Pagine: 218
Prezzo: 18 €

Leggere questo libro per la prima volta vuol dire entrare nella parte più intima di Borges, rileggerlo significa ridare senso a tutta la sua opera.

L’artefice di Borges viene riproposto da Adelphi dopo anni di immeritato oblio. I temi trattati dallo scrittore argentino sono sempre gli stessi: il tempo, l’io, la relazione tra Dio e l’uomo, l’eternità, la multidimensionalità dell’essere.

L’essere non è il suo ente. Scrisse il filosofo tedesco Martin Heidegger, ebbene Borges sembra essere in parte d’accordo con questa affermazione, dall’altra prova a risolvere questo enigma posto dai greci, con le armi della poesia e della prosa. Per lo scrittore argentino, infatti, tutto è stato già scritto e inventato. La storia si ripete in continuazione. Situazioni simili con accidenti diversi, ecco come descrive l’incedere degli anni. In questo meccanismo illogico l’uomo è spettatore e attore, carnefice e vittima. Borges lo spiega benissimo nei suoi brevi racconti.

In lui troviamo i germi della fantascienza di Philip Dick, anche se lo scrittore americano non ammise mai questo parallelismo. Anzi, come ci ricorda Emmanuel Carrére nel suo saggio dedicato all’autore di Ubik, Borges venne quasi snobbato.

L’artefice è un’opera interessante, da cui si può iniziare a scoprire lo scrittore argentino. Mi rivolgo soprattutto a coloro che non hanno letto nulla di Borges. Logicamente questo dev’essere l’inizio, perché senza l’approfondimento dell’arte letteraria dell’autore sudamericano, difficilmente si riuscirà a comprendere a pieno il suo complesso messaggio.

Vicino a L’artefice bisogna anche inserire Finzioni e L’aleph, due libri che hanno fatto la storia della letteratura del novecento. Ancora oggi molti scrittori attingono da quel pensiero, ma non lo dicono apertamente. Su questo punto ho una mia personalissima idea. Borges è stato un intellettuale scomodo.

Mi conosco affatto indegno di opinare in materia politica, ma forse mi sarà consentito di aggiungere che diffido della democrazia, questo curioso abuso della statistica.

Questa frase bastò per farlo cadere per anni in classistiche denigrazioni che, al di là delle opinioni personali, ne hanno macchiato anche l’opera e il pensiero. Di qui una certa insofferenza verso libri che non si possono dimenticare e che dovrebbero diventare patrimonio del nostro essere.

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Martino Ciano

Classe 1982, vive a Tortora, comune della provincia di Cosenza. Promesso ragioniere, lascia la partita doppia per la letteratura, la poesia, la musica e il giornalismo. Si laurea in Scienze Storiche all’Università La Sapienza di Roma. Attualmente è corrispondente per l’emettente televisiva Rete 3 Digiesse. Nel 2011, l’incontro con Gli amanti dei libri, per cui cura la rubrica Amabili letture. Collabora anche con le riviste letterarie Euterpe, Satisfiction e Zona di Disagio di Nicola Vacca. Ama scrivere racconti, alcuni dei quali sono stati pubblicati su siti e riviste on-line. Tra questi, La logica del difetto è nel catalogo dalla Bla - Bookmark Literary Agency di Paolo Melissi. La sua pagina personale facebook è Dispersioni 82. AMABILI LETTURE: I libri che mi piacciono, i classici che mi hanno formato, il profumo delle parole che mi hanno riempito l’anima. Sono un lettore anarchico, che si sposta da un genere all’altro con il solo obiettivo di saziare le mie curiosità. Voglio condividere con voi le mie impressioni sulle opere che mi hanno reso un divoratore di parole. In questo spazio verrà data voce agli esordienti, agli autori dimenticati, ai poeti, ai sognatori, agli irregolari. La letteratura è arte e scrivere d’arte è il mestiere più bello del mondo.

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