
Data di pubbl.: 2023
Pagine: 120
«Scrivo perché / resto fedele / a ciò che resiste». In questi tre versi c’è tutta l’essenza della poesia di Alessandro Cannavale, autore della raccolta L’agguato della tenerezza.
Alessandro è un uomo del Sud, un poeta civile che crede nel pensiero meridiano e nella sua poesia scava nel muro della sua terra. Con parole essenziali ci porta in quello che lui chiama il Sud del disincanto.
L’agguato della tenerezza è un breviario laico in cui il poeta pugliese si fa testimone di un lungo esilio e con un verso diretto incendia le parole per fare della sua poesia sempre un atto di resistenza.
Alessandro Cannavale è un poeta capace di consegnare con le parole, a noi che lo leggiamo, un messaggio che contiene la possibilità di sguardi. La sua poesia diventa una possibilità perché il poeta ha il coraggio di mettersi a nudo con una schiettezza lirica che è capace di chiamare in causa i dilemmi della coscienza.
«Cercare parola che sorga / dalle viscere del mondo: / tra celia e madreperla / rifiorire su un labro di terra»; «Scrivo per chi ha il viso arso / dal giorno in cui si è perso».
Il poeta lo troviamo nella linea meridiana con la sua trasparenza che fa della parola un gesto.
Cannavale attraverso la poesia chiede di appartenere al mondo, si sente parte del suo Sud che ama e allo stesso tempo con il giusto e umano disincanto ne canta la disfatta.
Seguendo le tracce di Rocco Scotellaro e Gaetano Salvemini, Alessandro Cannavale sente scorrere dalla sua penna quel pensiero meridiano, dalla cui lentezza contemplativa viene fuori una profonda appartenenza interiore in cui «Restiamo esuli persino / nella patria del respiro: / un grumo di domande inevase / si scioglie nell’alba di domani».
Dalla nostalgia della restanza, Cannavale senza tradire la voce delle radici ci propone la sua poesia del cuore che graffia la sua terra, quel Sud del disincanto che mai cambia come insegna la cronaca («Mi pare questo Sud / la sposa onesta / con una dote di bugie, / o lo sposo sciocco / di un futuro tradito. / Come si può a ogni costo / scegliere / il posto della sconfitta?
Ne L’agguato della tenerezza si legge una poesia onesta e Cannavale è un poeta sempre implicato nell’accadere con la sua sincerità che si schiera sempre dalla parte degli umani. Come Rocco Scotellaro, non dimentica mai di essere uno degli altri.
«Un verso scarnificato fino all’osso, – scrive Elisabetta Destasio Vettori nella prefazione – fino alla nudità strutturale della parola, perché il poeta riconosce e si riconosce nel lavoro nobile e umile della sottrazione, nell’essenzialità del visibile, per mostrarsi esattamente com’è».
Un poeta legato al suo impegno civile, quindi un poeta vero con gli occhi sempre aperti e con una coscienza vigile sul fondo delle cose.