Autore: Vindice Lecis
Casa Editrice: Nutrimenti
Genere: Romanzo
Pagine: 222
Prezzo: 16 €
Luigi Polano.
Un nome banale, come tanti altri, che non desta scalpore o non fa alzare alcun sopracciglio tra coloro che stanno leggendo quest’articolo. Eppure, se il suo nome avesse avuto l’eco meritato, oggi tutti ne conoscerebbero la storia, tanto curiosa quanto rivoluzionaria per il nostro Paese. Esattamente come quelle di Antonio Gramsci o Palmiro Togliatti di cui fu amico e collaboratore.
Il merito di aver aperto questo vaso di Pandora è di Vindice Lecis, scrittore e giornalista, appassionato di Storia e sardo come il protagonista di questo libro. Le sue ricerche hanno riportato alla luce un frammento dimenticato della nostra memoria, un tassello fondamentale da collocare all’interno di quel mosaico di lotta al fascismo che ha coinvolto il Partito Comunista durante il dominio assoluto di Mussolini e che ha permesso all’Italia di non sprofondare sotto i colpi dell’autoritarismo.
Da cinque giorni il regime era sotto scacco per una voce, una semplice voce. Mai era accaduta una cosa del genere e le fatidiche venti e venti, ora della trasmissione dopo il giornale radio, erano ormai diventate un appuntamento atteso e popolare. La polizia era dovuta intervenire in diverse località per sequestrare apparecchi radio nei vari caffè e locali pubblici. Ignorare la voce era diventato impossibile.
Una voce che fuoriusciva dalle radio di tutt’Italia. Una voce che disturbava la propaganda fascista rincuorando animi e ridando speranza a chi era all’ascolto. Una voce capace di boicottare la propaganda e di raccontare “la verità” al popolo intero. Lontano dalla sua amata Sardegna, Luigi Polano servirà il Partito Comunista con una devozione che mai s’incrinerà e ricoprendo ruoli fondamentali durante la resistenza. I suoi compiti lo porteranno a spostarsi per l’Europa, dalla Crimea alla Francia, dalla Russia alla Svizzera, organizzando e dirigendo la rivolta, spargendo il verbo e reclutando nuove forze per la libertà.
Lecis, ripercorrendo tappe storiche della Storia novecentesca, tratteggia il carattere di un uomo orgoglioso e amorevole, intelligente e coraggioso, per nulla disposto a piegarsi al potere nonostante i sacrifici, le fughe e le mancanze subite. Un uomo che, attraverso la radio, si farà portavoce della volontà degli italiani di non piegarsi alla violenza del potere. Tra personaggi mitici e documenti ufficiali, il lettore si trova catapultato dentro una sfida che opponeva forze di polizia e dissidenti, ordine e ribellione, soppressione e diffusione, catene e libertà. Il destino di Luigi Polano non è stato terribile come quello di Gramsci o di altri “compagni” ma ha subito altrettante reprimende, soprusi e sofferenze. La sua punizione più grande sarà rappresentata dalla lontananza forzata dalla sua terra, quella Sardegna così amata e mai dimenticata, la patria che riabbraccerà solo dopo moltissimi anni:
Due gomene atterrarono sulla banchina e furono assicurate alle bitte. Il piroscafo accostò lentamente sbuffando fumo e scintille. Dalla passerella cominicarono a scendere i passeggeri. Al tocco del primo scalino, con lo sguardo s’impadronivano della costa sarda. Molti di loro mancavano dall’isola soltanto da pochi giorni, avendola lasciata per recarsi in continente il tempo necessario per affari e lavoro. Qualcun altro, invece, l’aveva abbandonata da anni. Luigi Polano e Maria Piras non ritornavano in Sardegna da ventun’anni.
La voce della verità è un un libro che ridà la giusta lucentezza ad una storia altrimenti destinata all’oblio. Lo stile scelto dallìautore, che oscilla tra cronaca giornalistica e tratti più romanzati, è asciutto e diretto ma capace di abbandonarsi a fugaci e rapide emozioni. Una fuga narrativa che costringe il lettore a inseguire il personaggio, così come accadde nella realtà, e che si rivela essere un accompagnamento più che musicale per una storia affascinante ma anche assai dissonante.