Autore: Senzai N. H.
Casa Editrice: Piemme editore
Genere: Romanzo
Traduttore: Alessandra Orcese
Pagine: 322
Prezzo: 16.00 €
“Proprio una sera perfetta per fuggire, non c’è che dire” pensò Fadi, così inizia il romanzo d’esordio della scrittrice Senzai, La strada per Kabul, narrazioneispirata alla fuga, realmente avvenuta nel 1979, del marito dell’autrice e della sua famiglia dall’Afghanistan, allora controllato dall’ex Unione Sovietica. Nonostante siano passati molti anni, questa storia continua ad essere drammaticamente attuale, infatti la scrittura sovrappone il passato agli avvenimenti più recenti che hanno tristemente portato l’Afghanistan alla ribalta, costruendo una trama avvincente.
Fadi, ragazzino di 11 anni, appartiene ad una famiglia afghana rientrata in patria dagli Usa dopo che i Talebani avevano preso il potere nel 1996. Il padre era convinto che nel paese, ora non più afflitto dall’occupazione straniera, ci sarebbero stati pace e benessere. Ma cinque anni dopo, nel 2001, la speranza di un governo più giusto è già svanita e l’oppressione sempre crescente dei Talebani spinge tante famiglie a tentare di raggiungere un paese più libero, così anche la famiglia di Fadi tenta una fuga clandestina per ritornare in Occidente. Nel viaggio verso il confine con il Pakistan, per poi cercare di raggiungere nuovamente gli Stati Uniti, qualcosa va storto e la piccina di famiglia, Mariam di sei anni, si smarrisce proprio nel momento della fuga che dovrebbe essere per la famiglia di Fadi l’inizio della salvezza e la speranza di una nuova vita. Si vivono attimi drammatici ma non c’è modo di tornare indietro per cercare la bambina, così la famiglia, pur distrutta dall’evento, riesce a ritornare nuovamente negli Stati Uniti.
Qui Fadi inizia una nuova vita, migliaia di chilometri lontano dall’Afghanistan e dalla sorellina persa. Ricominciare a vivere in una nuova realtà non è facile. Nel frattempo arriva l’11 settembre e la comunità afghana del quartiere “La piccola Kabul” si trova da una parte a prendere le distanze dagli attentatori ma dall’altra ad essere bersaglio di minacce e discriminazioni e le speranze di ritrovare Mariam si allontanano sempre più. Difficile in quel frangente essere un ragazzino afghano negli Stati Uniti, ancor più per Fadi che già si ritiene unico responsabile della sorte della sorellina che in quel momento era affidata a lui. Nel suo cuore si instaura un senso di colpa che non condivide neppure con gli altri membri della famiglia. Il suo unico pensiero è quello di trovare il modo di ritornare in Afghanistan per riunirsi con Mariam.
Dapprima Fadi progetta una fuga da casa molto ingegnosa, ma nascondersi nel taxi guidato dal padre fino all’aeroporto, per poi imbarcarsi clandestinamente per l’Europa, e infine proseguire verso l’Afghanistan, si rivela un’impresa impossibile. Una nuova speranza arriva dal premio speciale di un concorso di fotografia per gli studenti: un viaggio totalmente spesato in India, paese dal quale partire per ritrovare la piccola. Realizzare l’immagine vincente diventa per Fadi la sfida più importante, ancor più che difendersi dai compagni di scuola che, dopo i tragici avvenimenti dell’11 settembre, hanno cominciato a prendersela con tutti i ragazzini di origine musulmana e quindi anche con lui. Ed è proprio grazie a questa sua passione, cui dedica tempo ed energie, che la vicenda, com’è d’obbligo che sia in un libro per ragazzi, avrà un lieto fine.
Il romanzo è ricco di umanità e popolato di numerosi personaggi, fra principali e secondari, che giocano tutti un ruolo importante nella storia di una famiglia che desidera solo vivere con dignità e in libertà. La trama si rivela forte, la narrazione solida e, dopo un inizio concitato e trepidante, approda ad una quotidianità non meno ricca di accadimenti ed emozioni. L’autrice ha saputo raccontare ai ragazzi, attraverso la voce dei personaggi, le complesse vicende che hanno portato alla guerra in Afghanistan, cosa sicuramente non facile. Il romanzo è così coinvolgente e piacevole che non servono altre suggestioni per appassionarsi alla lettura. Il glossario relativo alla traduzione di tutti i termini utilizzati in lingua araba e afghana pashto e le note dell’autrice rendono La strada per Kabul non una semplice storia di emigrazione – con molti arrivi, partenze e ritorni – ma offrono ai giovani lettori un’ampia conoscenza delle vicende di questo popolo. La suddivisione in capitoli e la veste grafica accattivante completano questo piccolo capolavoro che, pur raccontando l’eterno conflitto di questo Paese, non dimentica poesia e tenerezza: ne risulta un testo utile per approfondire il tema della guerra anche in classe. Età consigliata: dagli 11 anni, istruttivo anche per adulti.