Autore: Cavalli Francesco
Casa Editrice: Milieu edizioni
Genere: Narrativa
Pagine: 128
Prezzo: 13.00 €
La strada di Ilaria racconta i fatti sui quali Ilaria Alpi e Miran Hrovatin stavano lavorando prima della loro uccisione. Della loro morte gli Italiani ne vengono a conoscenza attraverso i Tg e le edizioni straordinarie: “Ilaria Alpi, giornalista del Tg3 inviata in Somalia, pochi minuti fa è stata assassinata insieme al suo operatore Miran Hrovatin” (pag. 14). Vent’anni sono trascorsi da quel commando assassino, vent’anni in cui la verità ha cercato di venire a galla senza riuscirvi. Questo perché è una verità scomoda per molte, troppe persone. È una verità che riguarda il traffico di armi e rifiuti tossici tra Italia e Somalia, una verità difficile da portare sotto la luce dei riflettori e che probabilmente mai verrà fuori.
Ilaria e Miran sono stati uccisi a Mogadiscio perché avevano capito, documentato e deciso di rivelare che cosa unisse, e avesse unito in passato, l’ Italia e la Somalia. Avevano capito e carpito troppe informazioni, nessuno poteva correre il rischio che finissero davanti agli occhi di tutti. È un romanzo che intreccia diverse storie, collocate tutte tra Italia e Somalia in anni diversi, tutte strettamente legate a Ilaria e a quella verità che le è costata la vita. Lo stile, volutamente non giornalistico, riesce a conciliare narrazione ed informazione, portando il lettore a leggere il libro con estrema attenzione ed interesse. È necessario che il racconto di Ilaria non si fermi mai, neanche dopo vent’anni ma sia continuamente ricordato, riportato alla memoria affinchè non ci si dimentichi di quanto è importante documentare e cercare sempre la verità anche se scomoda. “Non tacere. Francesco Cavalli sceglie di farlo raccontando storie collocate in spazi geografici e temporali differenti ma che si incrociano, disegnando un percorso circolare” (pag. 120). È questo non tacere che chiude il racconto, che rimane nella mente del lettore e che stimola ad evitare atteggiamenti di omertà ed indifferenza.
Una data importante è riportata alla fine del romanzo e diventa speranza di giustizia: dicembre 2013: data in cui l’ufficio di presidenza della camera dei deputati decide di desegretare tutti i documenti archiviati dalle commissioni bicamerali di inchiesta delle ultime tre legislature e dalla commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Ilaria e Miran. Forse continuare a ricordare e ad indagare porterà giustizia ad Ilaria e Miran e chiarirà le responsabilità di Italia e Somalia.