Titolo: La Repubblica di Barbapapà
Autore: Giampaolo Pansa
Editore: Rizzoli
Genere: saggio
Anno di pubblicazione: 2013
Pagine: 324
Prezzo: 19 euro
In questo nuovo saggio, la penna corrosiva e sempre pungente di Gianpaolo Pansa esplora la storia avvincente del quotidiano La Repubblica e del suo fondatore Eugenio Scalfari, soprannominato dalla sua redazione Barbapapà.
Una realtà ben conosciuta da Pansa, che a Repubblica ha lavorato per 14 anni, proprio accanto a Scalfari di cui è stato vicedirettore. Un partito più che un giornale, che rappresenta forse la più grande operazione editoriale del novecento, dove un giornale come Repubblica, dove le difficoltà iniziali dovute alle poche copie vendute, diventa l’attuale corazzata che conosciamo bene e il quotidiano più letto in Italia. Insomma, dal soprannome di “Ripubblica”, per via delle notizie “bucate” i primi tempi dalla giovane squadra di Scalfari, a primo quotidiano italiano.
Pansa parla di Scalfari, del suo stile, delle sue intuizioni, analizzando la storia politica italiana attraverso le pagine e i servizi curati per il quotidiano. Le grandi inchieste ma anche gli errori, dal rapporto tra il fondatore con Carlo De Benedetti, a quelle con Ciriaco De Mita, fino ai due “nemici” da distruggere, prima il leader del Psi, di cui Scalfari era stato deputato prima di tuffarsi nell’avventura di Repubblica, Bettino Craxi e poi Silvio Berlusconi. Il tutto condito dal solito stile irriverente di Pansa, che ci racconta anche uno Scalfari intimo, oltre alla storia italiana, con ironia ma anche con emozione, quando scrive dell’uccisione da parte delle Br del giornalista Walter Tobagi.
Non mancano nel libro le rivalità tipiche del giornalismo, tra una testata e l’altra, che Pansa, il quale rifiutò la prima offerta di Scalfari di passare dal Corriere e Repubblica, racconta con divertenti aneddoti. Non potevano mancare le considerazioni dell’autore su Ezio Mauro, successore di Scalfari e attuale direttore, a partire dalla sua designazione. Scalfari, De Benedetti e Mauro sono la “triade” di Repubblica, come la definisce Pansa.