Autore: Chiavari Marta
Data di pubbl.: 2012
Casa Editrice: Ponte Alle Grazie
Genere: Mafia, Saggi
Pagine: 248
Prezzo: 14
Marta Chiavari, giovanissima autrice televisiva e giornalista di La7, da un po’ di settimane è presente in libreria con un testo che fa molto discutere. Noi de Gli Amanti dei Libri siamo entrati nella rete di questo libro dopo aver partecipato alla sua presentazione a Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, su invito della casa editrice. E ora vi starete chiedendo, che c’entra Milano con la parola inquietante che c’è nel titolo: mafia?
“Mafia e Lombardia percepiti come acqua e olio: li puoi mescolare fin che vuoi ma non si trasformeranno mai in una terza sostanza. Non è così. Mafia e Lombardia si sono mischiate, trasformando la regione.” p.14
Ed è proprio questo il punto. La Chiavari con questo libro rende pubblica l’inchiesta che ha deciso di portare a termine, cioè quella relativa alla mafia, con l’intento di dimostrare non solo che tale fenomeno non è più legato alla sola parte meridionale del nostro paese, ma che ad oggi è radicato anche nel nord e composto da uomini del nord. Naturalmente, essendo un’inchiesta la scrittrice racconta i fatti. Quali? Beh, esistono molti uomini del Nord, di cui si fanno nomi e cognomi nel libro, che sono morti o hanno agito in condizioni, non sospette, ma tipicamente mafiose. Il primo è il caso di Maurizio Luraghi, lombardissimo imprenditore edile condannato in secondo grado per associazione mafiosa insieme a quelli che erano i nuovi volti del clan di ‘ndrangheta Barbaro-Papalia. Accompagna la giornalista alla scoperta di ciò che gli uomini al servizio dei boss calabresi fanno al margine di autostrade trafficate, rubando terra e seppellendo veleni. Un altro caso è quello dell’ingegner Agostino Augusto, attualmente sotto protezione, che racconta come può capitare di vedersi sfilare l’azienda dai boss che gestiscono le estorsioni e l’usura nel varesotto. Insomma, l’avrete capito, questo libro entra nel vivo. Non sono solo riflessioni sulle tematiche, le prove ci sono. E’ un appello ai cittadini e soprattutto alle istituzioni, in particolare quelle del nord, affinchè comincino ad ammettere che problemi di questo tipo esistono. Si prenderanno provvedimenti o si preferirà continuare a cacciare la testa sotto la sabbia?
Il libro di Marta Chiavari, magistralmente e coraggiosamente realizzato, credo sia il primo passo per una doverosa riflessione e presa di coscienza. Ancora più importante è il fatto che questo messaggio venga lanciato da una giovane giornalista. E ricordiamo che:
“Per essere mafiosi non c’è bisogno di uccidere, non c’è bisogno di appartenere ad una famiglia tradizionalmente criminale. Non c’è nemmeno bisogno di essere affiliati attraverso un preciso rituale. Per essere mafiosi basta applicare il metodo che, scrive Scarpinato, è “un abuso di potere organizzato, di pochi sui molti””