
Pagine: 284
Prezzo: € 18,00
Bellano, lago di Como, 1931. Quanta gente al funerale di Erasmo Siromalli, stimato fruttivendolo del paese, rimasto vedovo in giovane età e rimasto parimenti fedele alla memoria della moglie.
“Una vita di lavoro, nessun vizio, una passione, quella per la storia patria con la quale spesso intratteneva, a volte asfissiandola, la sua clientela…” (pag. 15)
Peccato che il figlio Cletto, ventitreenne, sia fatto di tutt’altra pasta. Vanesio, pigro, per nulla interessato a proseguire la fiorente attività paterna, incapace persino di sognare un futuro diverso, magari lontano dalla cittadina di Bellano che gli va proprio stretta. Sepolto il padre, Cletto inizia l’opera di distruzione dell’eredità paterna con un rapido cambio di fornitore. Si reca dunque a Lecco dal losco Fricariello con il quale prende accordi economicamente più convenienti, giusto per tenere in piedi il negozio. Prima o poi lo venderà. E a Lecco, dove ha deciso, visto che c’è, di godersi la città e un film con Rabagliati, gli casca letteralmente fra le braccia la giovanissima operaia del locale opificio Gioietta Vendoli in fuga da un molestatore. La porta nel Caffè de’ Bravi a bere qualcosa, parlano a lungo, mentendo su chi sono davvero – lui si fa passare per un ricco grossista, lei per la segretaria del direttore dell’opificio. Si vedono e si rivedono ancora, finalmente si dicono la verità sui loro mestieri, finché la madre di lei, Castica, una specie di cerbero in gonnella, sgama la figlia e, saputo del ricco fidanzato – con la madre la ragazza reitera la menzogna -, la spinge alle nozze. Nozze alle quali Cletto cede abbastanza in fretta dopo aver saputo da Gioietta che l’unica volta in cui sono ‘stati insieme’ lei è rimasta incinta. Da quel momento in poi, per Cletto tutto precipita: i fiori per addobbare la basilica di San Nicolò – Castica, la futura suocera, non vuole altro per far morire d’invidia le vicine di casa – la musica d’organo che accompagnerà gli sposi all’altare, il pranzo di nozze… Cletto, che non è riuscito a vendere il negozio per fare cassa, s’ingolfa nei debiti, debiti che non può saldare. Nè può invitare a casa propria i suoceri, come Castica ha fatto promettere alla figlia neo sposa Gioietta, perché il suo stato d’indigenza verrebbe scoperto.
Che fare dunque? Eppure, il povero Erasmo aveva ben profetizzato che se non avesse messo la testa a posto gli sarebbe toccata una fine grama. Ma Cletto e Gioietta ne sanno – o credono di saperne – una più del diavolo…
Qui, però, ci fermiamo per lasciare che siano i lettori a scoprire il seguito di questo romanzo nero raccontato da Andrea Vitali con l’umorismo, la verve e la profonda ironia che da sempre contraddistinguono i suoi scritti; con quella speciale attenzione ai luminosi o sinistri risvolti dell’animo umano che dedica ai suoi personaggi; con quella straordinaria abilità nell’attribuire nomi, solo in apparenza assurdi, a coloro che popolano i suoi libri. Una storia che si legge con vero spasso. Un autore che non tradisce mai.