Autore: Gianetti Alessandro
Data di pubbl.: 2012
Casa Editrice: Miraggi
Genere: Guida
Pagine: 92
Prezzo: 11.90
“Se c’è una caratteristica che distingue un tipo gretto, è la volontà di raggirare anche chi dimostra di essere magnanimo…” pag. 9
Alessandro Gianetti è un fiorentino che dopo aver vissuto a Londra e Bruxelles decide di partire per la capitale spagnola, senza più far ritorno. Di Madrid si innamora e naturalmente ne approfondisce la conoscenza in tutte le sue peculiarità. I “gatos” (appellativo con cui gli spagnoli definiscono gli abitanti della loro capitale) certo non sono tipi a cui si debba insegnare che cosa sia il movimento notturno, loro che la “movida” l’hanno plasmata sanno di certo come divertirsi, e l’autore con questo libro ce ne dà prova. Il nostro Virgilio ci accompagna di bar in bar, 76 per l’esattezza, sparsi nella città di Juan Carlos e ci guida attraverso le loro particolarità. C’è la bambina vestita di bianco che spilla birra, il bar dei camerieri telepatici, quello con le tapas iningoiabili, un altro che è meglio non frequentare, ma del resto “anche Gesù scese negli inferi, l’importante non è accontentarsi, ma soddisfare le proprie voglie”.
Questo percorso delle 76 tappe, che a volte assomiglia più ad una Via Crucis per il Golgota, si sviluppa dall’ora dell’aperitivo, il celebre momento delle adorabili tapas servite nei locali spagnoli, fino alle ultime ore della notte, o alle prime del mattino che dir si voglia. Alcuni dei luoghi individuati sembrano molto invitanti, quasi convincenti per chi desidera bere qualcosa nella sua visita all’ombelico della Spagna, altri in realtà sembrano veri e propri posti di terrore o tortura, ma d’altra parte la prefazione dell’autore avverte il lettore a cosa può andare incontro, alcolicamente parlando.
Guida curiosa, intento originale e scrittura ironica e coinvolgente. A corredare questo mix sono presenti delle gradevoli ed evocative immagini dell’illustratore Valerio Giovannini.
“Ogni popolo ha le sue passioni segrete: gli italiani per i dittatori, i tedeschi per i carnefici e gli spagnoli per il bar Iberia” pag. 61