
Autore: Roberto Ritondale
Data di pubbl.: 2020
Casa Editrice: Book Road
Genere: Narrativa
Pagine: 210
Prezzo: €13,90
Roberto Ritondale nei suoi romanzi intreccia sempre la favola con la realtà per raccontare con allusioni specifiche il tempo che stiamo vivendo.
La città senza rughe è il suo nuovo libro in uscita la prima settimana di giugno.
Lo scrittore campano anche in queste pagine si fa cronista del suo tempo e lo racconta immaginandosi un futuro non molto lontano, forse è già il presente che stiamo vivendo, in cui nel nostro paese non c’è più posto per gli anziani.
È il 2040. Dopo una guerra civile l’Italia è nel caos e un dittatore ha instaurato la iuventucrazia con sede del governo centrale nella città –stato di Como.
Accadono cose aberranti, il controllo sociale e politico costringe i cittadini a essere sudditi e il dittatore decide di eliminare gli anziani per motivi estetici e economici.
Fondare città sena rughe dove pullulano centri estetici per coltivare il culto della bella presenza e del bello corporeo.
Per chi ha compiuto settantacinque anni c’è la reclusione in case di riposo che sono veri e propri universi concentrazionari: qui la terza età è considerato un peso da eliminare.
Il colonello Ebe è il capo supremo del regime retto da soli giovani promulga le Norme Cogenti, un vero e proprio vademecum del controllo sociale che sopprime la dignità degli individui e soprattutto fissa le regole per l’eliminazione delle rughe dal volto dei suoi sudditi.
Ma non tutti sono d’accordo e il regime comincia a vacillare anche per la megalomania del suo dittatore.
Un gruppo di resistenti mostra la propria insofferenza alle idee del dittatore. È importante coltivare la memoria, qui l’importanza degli anziani è fondamentale se non si vogliono smarrire le radici di un popolo e di una nazione.
Roberto Ritondale sembra raccontare proprio la nostra epoca, sono evidenti i riferimenti all’Italia di oggi, disattenta e indifferente, superficiale e approssimativa, incapace di uno slancio etico. Il ritratto di un paese malinconico che scivola in una decadenza senza alcuna via d’uscita.
«Da quale parte bisogna schierarsi quando la storia ti chiede di prendere posizione? E come ci si ribella? Facendo parlare le proprie opere oppure scendendo in piazza per opporsi a un regime?» questo si chiede Ritondale attraverso uno dei personaggi del suo romanzo. Interrogativi capitali che ci mettono davanti a un bivio. Quello che manca è il coraggio di scegliere la condizione di uomini in rivolta.
La città senza rughe è un libro davvero notevole.
Un lettura avvincente e formativa, un romanzo che scaturisce da un’osservazione acuta di questo nostro tempo troppo innamorato delle apparenze e per niente della bellezza che si nasconde tra le rughe.
Roberto è uno scrittore vero perché le parole le fa brillare