Autore: Sotírios Pastákas
Data di pubbl.: 2018
Casa Editrice: I Quaderni del Bardo edizioni
Genere: Poesia
Traduttore: Collana Z a cura di Nicola Vacca
Pagine: 146
Prezzo: 10 €
Jorge è un gatto addomesticato, amico fedele del poeta greco Sotírios Pastákas. Guarda il mondo attraverso gli occhi del suo padrone, ma spesso l’uno prende il posto dell’altro. Non importa come e quando, l’importante è che ciò avvenga, perché senza l’uno non esisterebbe l’altro e senza il confronto costante tra due visioni diverse, la realtà mostrerebbe sempre la stessa faccia.
Jorge è un racconto, non è soltanto una raccolta di poesie; se relegassimo questo libro in un solo genere non capiremmo il senso ascendente dei suoi versi. Jorge è tutto ciò che sta al di fuori di Sotírios Pastákas e viceversa. Jorge è un felino apolide, Sotírios è il più grande poeta greco vivente, traduttore dei migliori aedi italiani, amante della frantumazione del qui-ora. Ogni parola è testimonianza del momento, è voce della contraddizione, è discernimento che porta alla comprensione.
Comprendere vuol dire solo chiarire; chiarificar-proposizioni è il gioco preferito dei poeti; un po’ come diceva Wittgenstein, il quale ammise che altro non si poteva pretendere; ma per lui questa non era una sconfitta, o peggio ancora una resa, bensì, significava accettare che nessuno ha una verità assoluta, ma una buona intuizione che rivela un fatto e i fatti sono le uniche cose di cui si deve parlare; sul resto bisogna tacere. Pertanto, il nostro poeta greco crea versi fattuali utilizzando una prosa assoluta, ossia, metafisica, oltre la logica, perché il più delle volte ciò che accade non ha una logica ma semplicemente è. E in questo gioco rientra Jorge, che osserva con sguardo felino e umano secondo il momento. La stessa cosa fa Sotírios, che a volte preferisce la versione di Jorge.
È un gioco semplice quello messo in mostra, che richiama tanto quei passi di San Paolo, con i quali ricordò ai Corinzi che ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto. Infatti, Jorge e Sotírios non sono affascinati dall’incedere anaffettivo della realtà. A loro due interessa catturare l’intuizione che porta alla descrizione lucida della realtà. Solo in questo modo ogni verso parla a noi lettori e ci trasporta in una visione che vuole essere interrogata.
Da questa lettura-interrogativa si crea un dialogo tra lettore, poeta e gatto. Sarà nostro compito scegliere quali abiti indossare, anche se in alcuni momenti sentiremo che qualcosa c’è già stato cucito addosso, come sapranno dirci anche Nicola Vacca e Salvatore Marrazzo, rispettivamente autori di prefazione e postfazione. Jorge è dunque il racconto di un viaggio nella realtà rifiutata. Rifiutata, perché non edulcorata.