Autore: James Grady
Data di pubbl.: 2015
Casa Editrice: Rizzoli editore
Genere: spystory
Traduttore: G.Pannofino
Pagine: 334
Prezzo: 15.00
Nessuno lo aggredì nella luce rosata che filtrava dalle sbarre alle finestre. “Per il momento”. [..] Controllò il piccolo bagno al piano di sotto: tavoletta del wc sollevata. Solo la sua immagine riflessa infestava lo specchio sopra il lavandino. Si tolse il cappuccio blu dalla testa dai capelli d’argento. (Joseph Turner pag 19)
Sono passati molti anni dall’ultima missione. Joseph Turner, conosciuto da tutti con il nome in codice di “Condor”, è si sta scontrando con un potente e implacabile nemico: la sua vecchiaia. Molti vivono questo periodo della loro vita con tranquillità e serenità, mentre il vecchio agente segreto lo trascorre nella paranoia più cupa, nel sospetto di essere ucciso. L’ultima missione, che lo ha visto operativo in Afganistan, gli ha lasciato cicatrici molto profonde. Dopo un periodo di riabilitazione e di internamento in un manicomio, dove è stato costretto ad assumere calmanti e altri farmaci, Turner viene reintegrato all’interno dell’agenzia spionistica più famosa al mondo con un incarico molto più tranquillo, quello di sorvegliare l’operato degli altri agenti. Ed è così. Ma l’ex agente segreto svolge troppo bene il suo lavoro e questo crea fastidi a non poche persone. Un giorno Turner rientra in casa e trova una brutta sorpresa ad attenderlo. Uno degli agenti che il Condor sta valutando viene trovato da quest’ultimo nel suo salotto. Gli occhi gli sono stati strappati dalle orbite e il corpo e barbaramente martoriato. Non ci vuole un genio per capire che i sospetti che l’agente segreto aveva sono fondati: qualcuno sta cercando di addossargli la responsabilità dell’intera faccenda per poterlo incastrare e, così, eliminare una pericolosa minaccia. Condor ora si ritrova a dover indagare per poter dimostrare la propria innocenza prima che di essere catturato e processato. O peggio, ammazzato.
Dopo essermi dedicato, per molto tempo, solo a recensire thriller (non che mi dispiaccia), si cambia. Il ritorno del Condor, infatti, più che un trhiller è una storia di spionaggio a cui si mescolano una buona dose di azione e di adrenalina. Non basta un personaggio ormai diventato leggenda (chi non ha mai almeno sentito parlare del famosissimo film “I tre giorni del Condor”?) e una abilità narrativa che non conosce, per il momento, rivali nel suo genere. James Grady deve strafare e cacciare la sua più riuscita creatura in una storia così allucinante da lasciare a bocca aperta il proprio lettore. Adatto a un pubblico molto vasto, Il ritorno del Condor si dimostra, sin dalle primissime pagine, un capolavoro dove la suspance la fa da padrone. Intenso come non mai, credo uno dei più riusciti tra i capitoli che hanno visto come protagonista il famoso agente Condor, rappresenta l’apice della perfezione di questo instancabile autore ancora in grado di stupire il proprio pubblico e raccontare qualcosa di nuovo.