
Pagine: 288
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Dieci casi ancora in attesa di giustizia, di sapere chi sia stato a commettere una serie di efferati delitti che hanno segnato la cronaca nera italiana tra il 1969 e il 2013. Di sicuro non sono gli unici, ma Francesca Zanni ha scelto proprio questi per il carattere emblematico che rivestono, costruendo una narrazione completa e accurata che non si limita a raccontare la storia delle vittime e il modo in cui sono state strappate a questo mondo, ma le inquadra nel periodo storico in cui tali delitti sono avvenuti. Periodi storici non solo relativi all’Italia, ma al resto del mondo: i nostri presidenti, le guerre in corso, gli attentati, gli eventi di politica internazionale, i libri, i dischi, i film usciti in ciascuno di quegli anni. Piccole schede essenziali che precedono ciascun caso, perfette per capire cosa si viveva in quello specifico anno.
E così si parte con la morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli, ‘venuto giù’ da una finestra della Questura di Milano nel 1969 dopo tre giorni di serrato interrogatorio seguiti alla strage di Piazza Fontana nella Banca dell’Agricoltura; le morti inquietanti degli innocenti dei Pozzi, a Bitonto in Puglia nel 1971/72, cinque infanticidi ancora avvolti nel mistero; la tragica fine della giovanissima Giorgiana Masi a Roma, il 12 maggio del 1977, durante uno degli anni più bui in termini di repressione poliziesca e al tempo stesso vivaci e creativi per ideali, arte e cultura; i quattro delitti del DAMS a Bologna fra il 1982 e il 1983, dai quali lo scrittore Carlo Lucarelli ha tratto ispirazione per il suo giallo Almost blue e dei quali la scrittrice Grazia Verasani ha detto:
“Questi delitti sono una specie di macchia nera in un momento storico in cui i giovani stavano facendo qualcosa di importante nella società; … Per me è stato un momento irripetibile nel bene e nel male, e in un’epoca così forte, accesa e appassionata, ci sono stati dei delitti. Però io non penso che ci fosse dietro una mano sola, non credo al ‘famigerato killer del DAMS’.” (p. 117)
La morte di Catherine ‘Katy’ Skerl nel 1984 legata in modo sospetto a due vittime di rapimenti eccellenti dell’epoca: Mirella Gregori e Emanuela Orlandi; gli otto delitti di Modena commessi fra il 1985 e il 1995, otto donne le cui morti, per il solo fatto di essere quasi tutte tossicodipendenti e prostitute, non hanno ricevuto la dovuta attenzione; la tragica vicenda della diciannovenne Evi Anna Rauter trovata impiccata a un albero a Portbou in Spagna nel 1990, la cui identità verrà scoperta solo trentadue anni dopo grazie a un programma televisivo spagnolo e il cui assassino resta ancora ignoto; l’omicidio di Francesco Marcone, cinquantasettenne direttore del Registro a Foggia, ucciso nel 1995 a colpi di pistola nell’androne del suo palazzo solo perché era un uomo onesto e corretto; la morte orrenda della diciottenne Serena Mollicone ad Arce, vicino a Frosinone, nel 2001 per la quale nessuno è stato punito. E per finire, come un cerchio che si chiude, lo strano suicidio di David Rossi, responsabile della comunicazione per il Monte dei Paschi a Siena nel 2013, anche lui ‘venuto giù’ dalla finestra del suo ufficio.
E bisogna sempre ricordare che dietro questi morti senza giustizia ci sono famiglie che da molti, troppi anni attendono ancora di ottenere risposte, di sapere chi e perché ha strappato dai loro cuori e dalle loro case qualcuna o qualcuno che amavano, di poter finalmente chiudere, non solo in senso reale, delle bare ancora aperte.