Che i libri a 9,90 € abbiano rivoluzionato è un dato di fatto. Ogni realtà editoriale si è adattata e ha creato un suo marchio o una collana di fiction a questo prezzo, dovuta all’innovazione portata sul mercato dalla Newton Compton. E con i 0,99 cosa succederà? Lo chiediamo all’amministratore delegato dell’area Salani del Gruppo editoriale Mauri Spagnol, dott. Gianluca Mazzitelli.
Lei è amministratore delegato di una casa editrice, avrà senz’altro letto i maggiori inserti culturali dei giornali del weekend e avrà senz’altro notato che 8 titoli su 10 sono un po’ particolari rispetto agli altri. Pare semplice conquistare il mercato, perché le sue case editrici non producono libri a 0,99 €?
Principalmente perché non fa parte del nostro mestiere pubblicare libri con offerte di questo genere, credo siano soprattutto delle strategie dell’editore attraverso cui veicolare il marchio. In questo senso, il fatto che siano riusciti a conquistare così tanti titoli significa che sono riusciti a centrare il loro obiettivo e credo che sia questo il principale interesse della Newton Compton. Noi, nelle nostre politiche di marketing, miriamo a investimenti di tutt’altra natura. In questo senso, la classifica dei libri più venduti che mi aspetto di trovare alla fine della prima settimana di aprile dovrebbe presentare un numero differente di libri a 0.99 €. Personalmente, dubito che sia un fenomeno che possa durare per lungo tempo.
Come definisce questa piega del mercato? È un’innovazione? Dopo i libri a 9.90 € ora quelli a 0.99€?
Credo ci sia una bella differenza tra i libri a 9.90 € e quelli a 0.99€: non ho analizzato i fondamentali di quest’ultima iniziativa, ma ritengo che non sia un fenomeno strutturalmente sviluppato, ma soltanto un’iniziativa volta a veicolare il marchio. Al contrario, l’iniziativa dei libri a 9.90 € è stato un fenomeno ben riuscito, che è riuscito a modificare le logiche del mercato librario, quantomeno nell’ambito delle fasce di prezzo. Non discuto sul fatto che a qualcuno non possa piacere, perché non si riesce mai ad accontentare tutti, ma credo questa iniziativa sia stata la rappresentazione di un fenomeno diffuso al giorno d’oggi, una sorta di aspettativa low cost da parte dei clienti anche nell’ambito dei libri. È curioso osservare come questo fenomeno abbia preso piede soprattutto da noi rispetto al resto d’Europa, ma è comunque un’innovazione. Anche quello dei libri a 0.99€ è un fenomeno diffuso in alcune zone d’Europa: so che in Inghilterra esiste una settimana in cui i libri per ragazzi vengono venduti a un pound, come iniziativa di sostegno alla lettura per ragazzi. In quel caso però, più che veicolare un marchio, si cerca di veicolare il messaggio che la lettura faccia bene a tutti i ragazzi. Riesco a sentirmi molto più vicino a quest’idea, nonostante riconosca la forza dell’idea sviluppata in quest’iniziativa.
Gli addetti ai lavori sono in pericolo?
Dipende: gli addetti ai lavori sono sempre in pericolo quando si presentano passivi alle nuove iniziative. Restare sempre in una posizione di difesa di fronte a iniziative nuove, necessariamente porta a una situazione di difficoltà. Al contrario quelli che sapranno trasformare queste minacce in opportunità, riusciranno a beneficiare dello sfoltimento del mercato. Non credo comunque che passerà la voglia di acquistare e sfogliare un buon libro.
Come lettore, cosa si aspetta da un libro a 0.99€?
Questa domanda mi risulta già un po’ più complicata, perché non faccio parte di quel tipo di target. La stragrande maggioranza di questi libri riguarda titoli fuori diritti, di cui molti hanno già un’edizione a caso. La vedo più come opportunità di un acquisto aggiuntivo, trainato soprattutto dal fenomeno, un po’ come quando, un tempo, si compravano le caramelle in tabaccheria in aggiunta all’acquisto delle sigarette. Insieme a nuovi acquisti, perché non acquistare un’opera di Freud o Dostoevskij? Non fa mai male avere titoli del genere nella propria biblioteca.