Autore: Domscheit-Berg Daniel
Casa Editrice: Marsilio editore
Genere: Autobiografia, Politica Internazionale
Pagine: 299
Prezzo: 18
“Dentro WikiLeaks”. Il titolo di questo libro permette già di intuirne chiaramente il contenuto: si tratta del racconto di come si è sviluppato il sito WikiLeaks, creato nel 2006 dall’australiano Julian Assange. I fatti descritti però coprono gli anni dal 2007 al 2010, periodo in cui l’informatico tedesco Daniel Domscheit – Berg ha lavorato come braccio destro di Assange e sua è infatti la voce narrante. Il volume non ha il sapore di una vera biografia né tantomeno di un reportage: il nucleo centrale è costituito dalla rilettura della collaborazione tra i due, dei loro incontri, delle chattate e degli scambi di opinione che sono poi arrivati ad assumere toni molto freddi fino a condurre alla rottura dei rapporti e…
della collaborazione. In questo contesto non manca un’attenta ricostruzione di molti scoop nati dalla pubblicazione di documenti inediti e segreti sul noto sito che promuove la libera informazione.
L’intento con cui è stato scritto il volume, edito da Marsilio nel febbraio 2011, traspare subito dall’ultima frase della premessa: “In WikiLeaks dicevamo spesso che solo una corretta registrazione degli eventi consente di comprendere il mondo. Con questo libro ho deciso di fare la mia parte”. La storia prende avvio nell’autunno del 2007, quando sono comparsi sul sito i manuali di Guantanamo sulle violazioni dei diritti umani e della convenzione di Ginevra da parte degli Usa nel campo di prigionia sull’isola di Cuba; l’autore entra nel vivo dell’organizzazione di WikiLeaks con uno scoop sulla banca privata svizzera Juluis Baer che portava soldi su conti protetti alle isole Cayman, quindi si sono susseguite le pubblicazioni di altri documenti che hanno creato scandali e movimentato l’opinione dei media.
Nella parte centrale del libro si legge come fosse articolato il lavoro di Assange e Domscheit per migliorare la struttura dei server del sito. Fanno spuntare il sorriso le pagine che narrano il loro stare davanti al pc per ore, fianco a fianco, senza dirsi una parola e comunicando magari via chat: qui iniziano ad intravedersi stili di vita e prospettive completamente differenti. Poi è la volta della battaglia contro la censura in internet, della partecipazione a convegni di attivisti informatici per la libera informazione, delle interviste e dell’entrata in gioco di nuovi collaboratori. L’arrivo di molti documenti inediti impone domande che scatenano discussioni: quali leak pubblicare e quali parcheggiare su qualche server in giro per il mondo? Questi interrogativi, uniti ad una differente idea sulla gestione dei soldi della fondazione che segue WikiLeaks, evidenziano discrepanze tra Assange e Domscheit che in certa misura anticipano quale possa essere la fine della collaborazione e quindi del libro.
L’autore racconta ancora le accuse di stupro imputate ad Assange (con una breve parentesi sul rapporto dell’australiano con le donne) ed il suo arresto, la sospensione del proprio acceso alla gestione dei leak e la pubblicazione dei documenti sulla guerra in Iraq nell’ottobre 2010. Il libro si chiude con la nascita della piattaforma OpenLeaks, creata da Domscheit – Berg insieme ad altri fuoriusciti da WikiLeaks, che intende concentrarsi sull’invio sicuro dei documenti e dare la possibilità ai destinatari di lavorarli. “WikiLeaks deve continuare a pubblicare, crescere e prosperare. Noi pensiamo solo che non possa essere l’unica piattaforma di whistleblowing dell’era digitale” puntualizza l’autore nell’ultimo capitolo. Assange viene fuori come uno spirito originale e forte che sa esprimere opinioni categoriche, dedito al lavoro tanto da dimenticarsi di tutto ciò che gli sta intorno ed attento ai dettagli, per lo più individualista ed accentratore e caratterialmente volubile; Domscheit lo definisce come “una delle figure più folli ed entusiasmanti del mondo dell’informazione e dei media”. Ciò che rende intrigante la lettura di questo libro è proprio riuscire a cogliere le sfaccettature di un personaggio chiacchierato e di cui la cronaca si è a lungo occupata, senza trascurare però la genesi e l’evoluzione della sua creatura, WikiLeaks.
Lo stile semplice e ricco di aneddoti anche legati alla vita quotidiana dei due personaggi chiave aiuta il lettore a non sentirsi spaesato tra le informazioni informatiche e la cronistoria del sito. Inevitabile però il sorgere di una domanda a fine lettura: Assange, come racconterebbe gli stessi fatti?