Autori: Tommaso Cerno, Makkox
Editore: Rizzoli
Anno di pubblicazione: 2013
Genere: narrativa
Numero di pagine: 282
Prezzo: 18 euro.
Ecco un’idea che tanti di noi hanno coltivato studiando Dante: perché non mettere in un ipotetico Inferno moderno i “cattivi” della nostra storia recente?
Tommaso Cerno ha fatto di più: ha creato un oltretomba politico, in cui morti e mortiviventi (ovvero persone che ancora non sono effettivamente trapassate) se le raccontano di santa ragione. Di certo una cosa l’ ha proprio indovinata: poco dopo l’uscita del libro Andreotti ci ha davvero “lasciato le penne”, rendendo verosimile la sua investitura a nuovo Virgilio e quindi guida del poeta-Cerno nel corso del viaggio ultraterreno.
Discendendo il nuovo inferno della Seconda Repubblica, aperto – su richiesta di Minosse – esattamente sotto Montecitorio, il protagonista incontra personaggi arcinoti alle cronache politiche e mondane, da Bossi al “Gran Caimano”, da Formigoni a Schettino, suddivisi in nove cerchi e ciascuno con il suo personalissimo contrappasso. Mano nella mano con il Divo Giulio, il giornalista-poeta ripercorre le pagine più scottanti dell’Italia peggiore, fornendo però interpretazioni non molto originali di personaggi ed eventi troppo spesso assurti a clichés.
Peccato per la resa “tecnica” (direi soprattutto metrica), non sempre all’altezza dei contenuti. Resta comunque un libro da leggere,ma con parsimonia (il testo fa il verso a Dante, risultando ostico in parecchi tratti) e sempre con un accenno di sorriso sulle labbra, come per dire “guarda cos’ ha inventato!”.
Caro Cerno, a quando il Purgatorio?