“Se il Carnevale è così prodigo, mi sono detto, dobbiamo esserlo anche noi Eporediesi, raccontando a tutti come, in qualsiasi situazione e condizione ci veniamo a trovare, sappiamo farci travolgere dalla passione misteriosa e sanguigna per questa bella festa che, tre giorni all’anno, trasforma la nostra quotidianità in qualcosa di straordinario. Il desiderio di condividere tutto questo con gli altri, mi ha spinto a realizzare un progetto che nutrivo da anni: un libro di immagini e parole, in grado di trasmettere, attraverso gli occhi, ciò che noi Eporediesi viviamo con il cuore”.
Edy Angela spiega così il fil rouge che ha legato il volume di racconti e immagini Blood Orange, edito dalla casa editrice Amargine Edizioni di Gabriella Gianotti, dedicato alla Battaglia delle Arance della città di Ivrea.
Come è nato questo progetto editoriale e quale significato vuole trasmettere il titolo ”Blood Orange”?
Il progetto editoriale nasce da un’idea originale di Edy Angela, giovane imprenditore eporediese,che da anni coltivava il sogno di comunicare la passione da aranciere che dall’infanzia lo porta in piazza i giorni di Carnevale. Ecco quindi nascere Blood Orange, che gioca sul duplice significato di arancia e passione.
Che valore può assumere la Battaglia delle Arance non solo per i cittadini di Ivrea?
La battaglia delle arance, che così fortemente caratterizza lo Storico Carnevale di Ivrea, è uno dei pochi riti antropologici di iniziazione alla vita adulta da parte dei giovani rimasto presente nella cultura italiana ed europea, uno dei riti creante identificazione e comunità, non solo per gli eporediesi ma valido per chiunque, accentuandone le regole, vi partecipa. Un rito quindi che trascende il luogo in cui viene compiuto, e riesce ad assumere un valore universale di partecipazione.
Qual è il filo conduttore che lega il volume di racconti alle immagini Blood Orange?
l filo conduttore che lega immagini e testo è quello della passione, della partecipazione, dell’attesa dell’evento, che trova la sua sublimazione nel momento della battaglia. I testi di Angela Ferrari si associano alle immagini di Maurizio Gjivovich, catturando occhio e mente. La copertina del volume trova nell’opera di Paola Risoli l’anima del momento, sottolinea proprio quel filo che unisce anima e testa, chi partecipa e chi assiste. Per maggiori informazioni sugli autori :
www.ferrariangela.it ;
www.gjivovich.com ;
www.paolarisoli.it – una presentazione completa del libro sul sito dedicato
www.bloodorangebook.com
Cosa vi aspettate dalla partecipazione all’Incubatore, e quindi, al Salone del Libro di Torino 2015?
L’intento di Amargine Edizioni nel partecipare al Salone del Libro è di poter divulgare come la piccola editoria possa essere un fattore qualificante per il territorio in cui si trova ad operare, dando spazio a valenze professionali di alto livello, trasmettendo valori che nascono dal particolare ( e da questo traggono la loro originalità) ma che contemporaneamente riescono a fornire spunti culturali di ampio respiro.Quali sono i vostri progetti futuri?
A breve termine Amargine Edizioni pubblicherà un volume, sempre redatto in italiano ed in inglese, dedicato all’utilizzo del teatro quale veicolo per l’apprendimento di una lingua straniera, ma mi piacerebbe parlarne in modo più diffuso in un intervento dedicato se possibile.