Freschezza, emozione e riflessione. Questi sono i termini chiave in grado di riassumere l’essenza di Ventisei Lettere Edizioni, casa editrice che parteciperà al Salone Internazionale del Libro di Torino nell’Incubatore. Si tratta di un progetto editoriale che si rivolge in primo luogo alla letteratura per ragazzi; non mancano però saggi e raccolte di racconti ad arricchire un catalogo in costante crescita. Abbiamo fatto qualche domanda a Riccardo Antonilli, direttore di Ventisei Lettere, per comprendere meglio la realtà di una giovane casa editrice.
Dal sito 26 Lettere si evince che il vostro impegno è presente sia nel campo editoriale, sia in quello della comunicazione. Per quanto concerne la vostra esperienza, quali relazioni legano questi due mondi?
Una premessa: 26lettere.it è un sito di informazione che si occupa del territorio della provincia di Latina, edito da un’associazione culturale, nato ben prima della casa editrice. Con un gruppo di colleghi e amici abbiamo poi deciso di fondare lo sorso anno una srl chiamata sempre 26lettere, che si differenzia in 26 Lettere Edizioni e in 26 Lettere Comunicazione. La prima è la casa editrice che parteciperà anche all’edizione 2014 del Salone del Libro di Torino, con il secondo marchio curiamo la comunicazione di aziende ed enti. Dunque, per quanto riguarda la nostra esperienza, i due mondi sono molto legati, se non altro perché lavoriamo quotidianamente in tutti e due i settori. Da un lato curiamo uffici stampa e siamo, da poco, anche agenzia pubblicitaria; dall’altro abbiamo la nostra casa editrice. Sono due universi legati strettamente: i prodotti della casa editrice oltre a veicolare storie, hanno essi stessi bisogno di essere promossi e pubblicizzati e oggi, grazie allo sviluppo soprattutto ma non solo dei social network, ci sono infinite possibilità per poterlo fare.
26Lettere è un nome molto musicale, cosa rappresenta e da dove trae la sua origine?
Dopo aver fondato il sito internet 26lettere.it è stata quasi una scelta obbligata quella di “tenere il marchio” per la casa editrice. L’origine del nome deriva dal fatto che il nostro ‘ferro del mestiere’ primario, ovvero la tastiera del pc, contiene 26 tasti che rappresentano le lettere dell’alfabeto inglese.
Quali sono le sfide che una casa editrice così giovane deve affrontare in un panorama editoriale come quello di oggi?
La nostra prerogativa è quella di non pensare ad una sfida, ma alla possibilità di arricchire il panorama culturale di prodotti che abbiano interesse ed efficacia. Fare editoria oggi non è cosa semplice, ma non ci siamo mai spaventati e abbiamo portato avanti le nostre idee, puntando principalmente sulla letteratura per ragazzi o coinvolgendo gli studenti nella redazione dei testi e i risultati ci stanno dando ragione.
Giovani al servizio dei giovani, quali sono i testi che presenterete a questo Salone 2014?
Presenteremo Noi lui. Racconti ad Alberto Moravia. Un libro in cui sono raccolti i racconti vincitori del concorso nazionale “Cesira, la ciociara”. Non è un libro per ragazzi, ma scritto in una buona parte da studenti che hanno partecipato alla sezione del concorso dedicata a loro. Porteremo coi noi il professor Rino Caputo e la professoressa Anna Pozzi, ambedue dell’università di Tor Vergata, e l’assessore alla Cultura del Comune di Fondi, Lucio Biasillo per parlare di Scuola, università e giovane editoria. Talenti letterari nascono. Per noi questo è il tema da affrontare se si parla di editoria oggi.
Cosa vi aspettate dalla partecipazione all’Incubatore di quest’anno?
In poche parole, per noi esserci è come rispondere all’appello il primo giorno di scuola.