L’Irlanda è la sede scelta da Libro Aperto International Publishing, giovane casa editrice nata in Italia nel 2012, presente per il secondo anno consecutivo al Salone del Torino. Dopo l’esperienza italiana, ha allargato i propri orizzonti puntando sull’internazionalità dei propri testi. Mossa da un’innata passione per i libri e per la letteratura, la casa editrice si dedica alla pubblicazione di opere di autori talentuosi, emergenti e non, in italiano e in inglese.
Da cosa deriva il vostro nome?
Abbiamo sempre pensato che un libro dovesse per forza essere aperto. Un libro chiuso è un libro che non si legge, quindi un libro morto.
Cosa vi aspettate dalla partecipazione all’Incubatore?
È la seconda volta che veniamo. Già l’anno scorso avevamo avuto molta visibilità, siamo molto contenti di questo. Ora ci aspettiamo di migliorare ancora, soprattutto vogliamo farci conoscere di più.
Quali progetti avete per il futuro e cosa si sta già realizzando?
Stiamo traducendo molto testi dei nostri autori italiani sul mercato inglese., attualmente siamo concentrati su quattro titoli in italiano che portiamo all’estero: Tradiscimi se hai coraggio, Ti presento il mio ex, Le parole che restano, I bambini di New York.
Ci sono punti positivi o negativi dell’essere una piccola casa editrice che si sta affermando in questo periodo nel panorama editoriale affetto dalla crisi?
Essere piccoli non aiuta, c’è un certo pregiudizio che cerchiamo di abbattere col nostro lavoro quotidiano che vuole essere il più completo possibile.
Quali sono le peculiarità della vostra linea editoriale?
Pubblichiamo molta narrativa e diversi sottogeneri, le commedie romantiche e il rosa ad ambientazione americana vanno molto in questo momento e ci siamo concentrati molto su questi generi.