Tra le Case Editrici presenti a Incubatore, sezione del Salone Internazionale del Libro di Torino, quest’anno è presente anche Caracò Editore, Casa Editrice di Napoli e Bologna. La Casa è nata nel 2011, dalla comune volontà dei fondatori di fare libri. La Casa pubblica libri di vario genere: per Caracò Editore vengono pubblicati brevi racconti, libri storici, grandi classici teatrali, antologie, favole ma anche libri appartenenti ai generi noir. In vista dell’appuntamento di quest’anno con il Salone del Libro, abbiamo cercato di conoscere meglio questa Casa Editrice con Mario Gelardi, direttore editoriale.
Cosa sta alla base della scelta di diventare editori e di ‘fare libri’?
I fondatori di Caracò vengono da esperienze culturali e sociali diverse, alla base della nostra decisione di creare una casa editrice c’è la volontà di portare in editoria le nostre esperienza di impegno civile e di diffusione della cultura contemporanea.
Come avete scelto il nome della vostra casa editrice?
Volevamo un nome ed un simbolo che fosse allegro, che ispirasse in qualche modo simpatia. Caracò in dialetto napoletano vuole dire “chiocciola” una parola antica che però è strettamente connessa ad un simbolo moderno “@” che per tutti rappresenta la rete internet. Ecco volevamo mettere in rapporto la tradizione culturale della nostra città con una diffusione moderna del libro.
Voi siete una casa editrice del web, come mai questa scelta?
E’ meglio spiegare. Noi stampiamo libri cartacei e tranne per alcune regioni, la nostra maggior diffusione avviene attraverso il web. Oltre al nostro sito siamo presenti su tutti i portali di vendite di libri. Inoltre puntiamo molto sugli e book, abbiamo creato anche una collana “Byte” esclusivamente dedicata a produzioni in digitale. In questo modo ci stiamo tagliando una fetta di distribuzione indipendente senza dover cedere ai compromessi e alle regole a volte assurde che i grandi distributori ti impongono.
Nella vostra presentazione parlate anche di uno statuto etico della vostra casa editrice, ce lo spiega?
Abbiamo deciso prima di iniziare a pubblicare, di darci uno statuto etico a cui far sempre riferimento. Partiamo da una regola che consideriamo essenziale, Caracò non fa stampa a pagamento, non fa stampa on demand, non impone acquisti minimi di copie agli scrittori. Se crediamo in un autore ci investiamo noi. Pensiamo che un libro debba essere anche un progetto culturale, quindi, soprattutto per le pubblicazioni su temi sociali, creiamo una rete che abbraccia più arti. Applichiamo il nostro statuto etico anche sui prezzi e soprattutto sui nostri progetti digitali. Inoltre cerchiamo di rispondere a tutti quelli che ci inviano il proprio materiale.
Questa domanda si rivolge spesso ai bambini, ma anche la vostra creatura in fondo è un po’ bambina: cosa farà da grande Caracò?
Siamo da sempre impegnati nella diffusione di una cultura dell’antimafia “possibile”, quotidiana e continueremo a farlo. Vogliamo aprirci alla letteratura straniera coinvolgendo giovani traduttori e continuare, nonostante sia tutt’altro che facile, a pubblicare esordienti e raccolte di racconti. A livello di diffusione speriamo di trovare i canali giusti per portare i nostri libri nel nord Italia.