Una nuova avventura editoriale è in arrivo per il Gruppo editoriale Mauri Spagnol. Il gruppo che è già titolare, del tutto o in parte, di alcuni noti marchi editoriali come Longanesi, Nord, Corbaccio, Salani, Garzanti, Fazi e Tea si arricchisce di un nuovo marchio che si chiamerà TRE60. Abbiamo raggiunto il direttore generale di GeMS, dott. Marco Tarò, per fargli qualche domanda al riguardo e per saperne di più in merito.
Dott. Tarò, cosa ci può dire di TRE60, il nuovo marchio che il suo gruppo lancerà a breve sul mercato?
Questo nuovo marchio editoriale, che si chiamerà appunto TRE60, giuridicamente parlando farà parte della casa editrice TEA, la nostra casa editrice dedicata ai tascabili e ai libri a prezzi economici in generale e che già pubblicava una serie di novità a basso costo. L’idea è quella di attingere a quel serbatoio di titoli che le sigle del gruppo non pubblicano per ragioni puramente quantitative, in quanto ogni casa editrice ha un numero massimo di titoli annuali con cui può uscire in libreria e che la struttura redazionale può supportare. E’ inoltre nostra profonda convinzione che i libri, per essere portati al successo, vadano seguiti dalla prima fase a quella finale, da quando si comprano a quando si pubblicano, perciò per garantire lo stesso livello di assistenza a ogni libro e a ogni autore non si può esagerare con il numero di titoli. Non vogliamo sacrificare la qualità a vantaggio della quantità.
Di che genere si occuperà TRE60? Quali sono i primi titoli che pubblicherete?
TRE60 spazierà nei generi del panorama letterario, non avrà un suo filone definito. Pubblicheremo un titolo inedito di James Patterson, una storia al femminile, un romanzo di avventura di un autore al momento sconosciuto al pubblico italiano, Jack Rogan che con ”L’isola perduta” si muove sulla scia di Cussler, Rollins; insomma, le novità saranno molte.
Quale sarà il simbolo di TRE60?
Per il simbolo abbiamo scelto un camaleonte, perchè ha delle caratteristiche che reputiamo idonee a questo nuovo progetto. La prima è la vista che il camaleonte ha, a 360°, che rappresenta bene quello che sarà questo nuovo marchio, la seconda è che il camaleonte sa cambiare il colore della propria pelle per adattarsi all’ambiente che lo circonda e questo si sposa bene con l’attuale situazione di crisi economica in cui i nostri soldi hanno meno potere d’acquisto.
Ricollegandomi a quanto ha appena affermato, il mercato librario sta cambiando? Questa crisi avrà forse il merito di riuscire ad abbassare i prezzi dei libri?
Penso che su questo punto ci sia sicuramente da discutere. Il prezzo dei libri, quello normalmente praticato per i grandi best seller, che si aggira attorno i 18-20 €, è un prezzo corretto per remunerare l’intera filiera produttiva del libro, in primis gli autori: dobbiamo garantire agli scrittori di fare gli scrittori e non di scrivere nei ritagli di tempo, ne va della qualità del prodotto e della ricchezza dell’offerta. Successivamente i librai e poi certamente anche gli editori: posso però garantire che, quando questi ultimi hanno fatto un buon lavoro, riescono a vedersi riconosciuto solo il 5-6% del prezzo del libro. Detto questo i libri “low cost” esistono da anni, non è una novità: dagli Oscar Mondadori, ai BUR Rizzoli, ai SuperPocket, alla stessa TEA, da sempre un lettore può soddisfare le proprie esigenze di lettura spendendo poco e comprando autori e libri di qualità. La fascia di prezzo 9,90 da molto tempo viene utilizzata dagli editori. Noi stessi avremo a catalogo circa 3000 titoli che costano anche meno di 9,90 €. La caratteristica che forse più salta all’occhio dei lettori negli ultimi tempi è stata quella di trovare dei libri apparentemente simili a quelli che costano di più a un prezzo più basso. Però, anche questo, è già stato fatto, non è una novità. Insomma Newton Compton ha trovato una serie di buoni libri e li ha pubblicati bene, in sostanza ha fatto bene il suo mestiere di editore. Io giudicherei quindi il prezzo favorevole solo come una delle componenti del successo di quei libri, poi ce ne sono molte altre. Non ci sono regole fisse per far diventare un libro un libro di successo, sarebbe troppo facile.
Cambia qualcosa nella filiera produttiva del libro o è semplicemente una nuova strategia di marketing?
Io reputo questo fenomeno come una nuova strategia di marketing volta a far conoscere nuovi autori al pubblico italiano. Io stesso da consumatore tendo a scegliere un nuovo prodotto se mi viene offerto ad un prezzo basso; se mi devo impegnare con un prezzo importante su un nuovo prodotto, mi documento, verifico che altri l’abbiano già acquistato e che ne parlino bene. La qualità del libro, almeno da parte nostra, non verrà certo modificata, anzi ci impegneremo a garantirla. Penso però che per la filiera, se questa dovesse diventare un’abitudine, sarà molto pericoloso, in quanto verrebbero meno le condizioni economiche per sostenere la filiera stessa e alla fine a pagarne le conseguenze sarebbero i lettori.
Ultima domanda sul mercato degli Ebook. TRE60 come si relazionerà?
Anche questo nuovo marchio pubblicherà i suoi libri digitali, qualora ne acquisisca i diritti dagli autori, naturalmente. I prezzi saranno sicuramente più bassi del 30%. Vorrei però sfatare questa convinzione che i libri digitali costino meno dei libri cartacei, non è così. Non c’è carta e stampa, è vero, ma questo incide sul prezzo del libro del 10 %. Ci sono poi tutti gli altri costi, che vengono comunque sostenuti. In più c’è un altro problema, l’IVA.
Non ci resta che aspettare i libri TRE60, da metà marzo in libreria!
Ringraziamo il dott. Tarò per la sua disponibilità e gentilezza.
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