
Autore: Roberta De Falco
Genere: Giallo & Thriller
Pagine: 302
Prezzo: 16,90
Roberta de Falco scrittrice e sceneggiatrice torna a presentarci le avventure del commissario triestino Benussi e dei suoi collaboratori Elettra Morin e Salvatore Gargiulo. Il commissario Benussi è un poliziotto pigro, amante della buona tavola e soprattutto speranzoso di diventare un buon scrittore affermato. In questa sua nuova avventura il commissario cercherà di promuovere il suo libro presso un agente letterario famoso recatosi a Trieste per il conferimento della laurea honoris causa ad uno scrittore triestino di origini istriane. Lo scrittore in questione è Ivo Radek esule istriano che dovette lasciare la propria terra insieme alla sua famiglia durante le persecuzioni attuate da Tito contro gli italiani.
Radek è uno scrittore schivo, distaccato che vive più nel passato che nel presente. Il suo passato fatto di perdita e tradimenti l’ha reso famoso attraverso il libro “L’amico d’infanzia” in cui in forma romanzata narrerà la sua vicenda d’esule costretto a lasciare sia la terra, la casa e la fabbrica di famiglia per il presunto tradimento del suo amico Frano Molnar. Radek dopo questo capolavoro non riuscirà a ripetersi, ma i suoi libri continuano ad essere venduti ed in occasione di questo premio due grandi editori si contendono il nuovo romanzo. Al termine della cerimonia lo scrittore si reca nella biblioteca della facoltà, dove s’era svolta la premiazione, e qui una presenza misteriosa lo colpisce. Il commissario Benussi il quale ha momentaneamente perso l’occasione per sponsorizzare il suo libro deve capire chi ha cercato d’attentare la vita allo scrittore.
Molti personaggi potrebbero avere dei motivi per colpire lo scrittore triestino. La scrittrice ci mostra tanti possibili sospetti: Kuntz critico letterario che ha sempre invidiato a Radek la sua fortuna letteraria, un figlio Fabio che attende da anni un sostegno economico per ingrandire la trattoria che gestisce con la moglie, il proprietario ed il responsabile delle due case editrici che si contendono l’ultimo libro dello scrittore, oppure la figlia Cristina sempre alla ricerca del suo passato.
L’abilità della scrittrice, come anche negli altri suoi romanzi, è quella di usare la trama gialla per parlare di tanti temi vicini e lontani a noi.
La letteratura ed il suo rapporto con il mercato editoriale vengono espresse con una certa ironia attraverso le parole dell’agente letterario Rhoda Wallace “Non era un compito facile, il suo. Ormai tutti si consideravano scrittori….. Ogni abitante del ricco mondo occidentale si sentisse in diritto di imporre agli altri, attraverso un libro, la propria visione del mondo, le proprie idiosincrasie, la propria privata moralità” (pag 37). Un mondo insomma dove non conta la qualità del prodotto letterario, ma la sua visibilità ed il suo grado di vendita. “Montagne di opere pubblicate che invadevano gli scaffali di librerie e megastore multimediali, facendo scomparire i pochi libri di letteratura ancora degni di questo nome” (pag 36). La De Falco riprenderà in seguito questo tema e mostrerà al lettore come se negli scaffali delle librerie hanno un certo rilievo cuochi, calciatori e “libri pieni di violenza e volgarità” i grandi scrittori triestini sono dimenticati e le loro lapidi sono pezzi di marmo in cui si vede appena il nome.
Il tema dell’odio e delle ideologie che spezzano con la loro violenza ogni legame fraterno è rappresentato con poche frasi dal forte impatto visivo. “Quando navighi in una corrente tempestosa insieme a milioni di altre persone, è difficile ragionare con la sua testa” . Nel romanzo vediamo come ogni legame può essere rotto e l’amicizia non riesce a resistere, quella persona che è cresciuta con noi, ha giocato con noi nell’infanzia condividendo feste (Natale, Pasqua etcc) e compleanni s’è trasformato in un nemico solamente indossando una divisa. La particolarità di questa sua scrittura evocativa è la facilità con cui riesce a rendere evidente con pochi tratti l’animo umano “E’ sufficiente una parola per condannare una persona. Una sola breve parola. Non importa quale basta che, in quel preciso momento storico, sia riferita al nemico di turno e la belva che è nascosta in ogni uomo è finalmente libera di scatenarsi” (pag 73).