Autore: Sergio Zavoli
Data di pubbl.: 2021
Casa Editrice: Rizzoli editore
Genere: Poesia
Pagine: 89
Prezzo: € 10,00
Ho una serie di ricordi personali legati a quel grande uomo, giornalista e poeta che è stato Sergio Zavoli.
La nostra amicizia nacque proprio dalla sua poesia. Dopo una mia recensione a L’orlo delle cose, pubblicato da Mondadori, Sergio mi cercò in redazione per ringraziarmi.
Da quel momento cominciammo a frequentarci e dai nostri incontri nacque la sua prefazione a Incursioni dell’apparenza, un libro che pubblicai nel 2006.
Sergio Zavoli oltre a essere un grande giornalista, è stato un poeta davvero unico con uno sguardo attento e sensibile sulla realtà.
La poesia di Zavoli, è dedicata tutta alla vita e alla memoria come vita ancora da vivere. L’autore vi riversa giorni, anni, persone, luoghi, pensieri e affetti catturando, con limpida fermezza, i fantasmi della storia, ma anche le precarie certezze del presente, alle quali ci aggrappiamo per resistere.
«Non sappiamo che farcene dei poeti che non sono in grado di parlare della vita», questo mi diceva sempre ogni volta che nei nostri incontri si parlava di poesia.
Poco prima di morire Zavoli aveva licenziato la sua ultima raccolta. Il tempo di scordare, questo è il titolo, esce postumo da Rizzoli a un anno dalla sua scomparsa.
«Questo libro appartiene a un linguaggio che talvolta assume il principio di non venire meno a un bisogno di libertà ritmiche e lessicali, affidate a un disegno che dichiari la necessità di coinvolgere un racconto riservato ai passaggi dovuti a qualche cronaca strettamente personale percepita, insieme, dal confronto con la realtà sottratta alla loro visionaria verità».
Con questa nota l’autore licenzia i suoi versi prima di affidarli ai lettori.
Troviamo nelle poesie de Il tempo di scordare il testimone con non rinuncia a capire tutte le contraddizioni della sua epoca e che si affida alla memoria attraverso la frequentazione di tutti i luoghi del suo vivere per lasciare attraverso le parole una traccia.
Anche questa volta il poeta si ferma sull’ “orlo delle cose” perché non siamo soltanto spettatori, ma diveniamo testimoni oculari di quella straordinaria percezione dei sensi che ci suggerisce l’intelligenza del cuore. Questa è la grande qualità della poesia di Sergio Zavoli, che ci conduce nella parte più interessante del nostro ambito esistenziale.
Frequentare senza riserve la fatica dell’esistenza, consumare l’indicibile per prendere all’amo le parole giuste. Sciogliere gli inganni, senza disfarsi del mistero.
Sergio Zavoli, uno dei nostri più grandi giornalisti, le sue ultime parole in vita le affida alla poesia e all’urgenza che deve avere il suo messaggio, perché solo dalla ricchezza del suo pensiero possiamo sottare al dolore l’improvvisazione e riprenderci il nostro tempo di uomini, piuttosto che dimenticarci alla deriva della Storia.
Questo non è più il tempo di scordare, ma è il tempo di capire.
Sergio Zavoli con la poesia, che è il modo più alto di pensare, e il suo bagaglio di dubbi entra a occhi aperti nella morte.
Il tempo di scordare è il resoconto – congedo un grande cronista che ha raccontato in suo e nostro tempo testimoniando sempre in stato di vigilanza.
Lo ha fatto attraverso il giornalismo e soprattutto con la poesia nel tentativo di scavalcare i vuoti di una scena divorata.