Autore: Alfredo Stoppa
Pagine: 186
Prezzo: 18 euro
Gli ultimi libri di Alfredo Stoppa ci regalano ogni volta percorsi diversi, nella vita e in noi stessi. Con una sintassi che si libera o si involve seguendo le tracce dei pensieri “Il sentiero” racconta di un uomo di pianura, che viaggia in corriera verso la montagna: è l’alter ego dell’autore stesso visto con gli occhi di un narratore esterno fortemente proiettato nei pensieri del personaggio.
La meta è un paesino, ultimo avamposto di un mondo che non c’è più e sulla corriera e nei luoghi attraversati si incrociano vite giovani protese al futuro ed esistenze anziane consumate dagli anni. Molte le presenze di fede, una fede ferita incapace di risposta che fatica perché “la chiesa come il cuore degli uomini era chiusa. Apriva le porte sacre solo la domenica mattina” (pag.42).
L’isolamento è raggiunto in una natura selvaggia e potente ed è spezzato dalle volute di fumo del sigaro e dagli immancabili libri, che consentono al protagonista di assurgere a personaggio colto e misterioso, non semplice e superficiale uomo di città venuto a prendere il fresco.
“Rifletteva su come a volte funzioni avere un oggetto misterioso come un libro tra le mani. C’è sempre qualcuno, istruito o ignorante, che scrutandoti, ritiene che, con quel simulacro appresso, tu sia un essere dotato di divina intelligenza o semplicemente un omo intilijente” (pag. 104)
Nel luogo dove arriva ci sono una stanza singola, una chiesa, una biblioteca e un bar. La scrittura procede in un’analisi profonda delle malinconie e dei moti dell’anima, perché il protagonista è circondato dalle storie degli uomini senza poterne parlare. Un luogo di confronto quasi sacro finisce per essere l’osteria, ma il dialogo più autentico è con i bambini, come per dire che occorre ritornare all’infanzia e alle creature semplici che ti ascoltano più degli uomini. Sono ormai muti, ciechi e sordi.
Tra le tante suggestioni di questo libro ho cercato di consegnare a queste righe le più significative: seguite anche voi il sentiero e scoprirete che l’isolamento della montagna lascerà spazio alla vastità non meno isolante del mare e a ricordi dolci o crudeli, che in ogni caso vale la pena fissare.