Aveva 18 anni, si chiamava Éva Izsák, era rumena, partigiana ed ebrea. I suoi amici e in particolare Imre Lipsitz – meglio conosciuto con il nome di Imre Lakatos – la costrinsero al suicidio per timore che Éva li tradisse. A lei e al libro “Il Sacrificio di Éva Izsák”(Chiarelettere) della scrittrice Januaria Piromallo il Premio Elsa Morante dedica un riconoscimento Speciale.
Dopo 70’anni di silenzio la storia di Éva torna alla luce grazie alla madre di Januaria che riporta a quest’ultima le voci di un racconto fattole da un suo amico franco-ungherese, tale Imre Toth. L’anziano signore, intervistato dalla Piromallo, riporta, anche grazie ad un memoriale della sorella di Éva, la storia della giovane. Quest’ultima era stata costretta ad ingoiare del veleno dai suoi amici – clandestini come lei – perchè, rischiando di essere scoperta per i suoi tratti troppo marcatamente ebrei, i suoi compagni temevano che Éva li avrebbe traditi e denunciati. Per questo omicidio venne condannato a 3 anni di lavori forzati il capo della compagnia, quello che diventerà un famoso filosofo e docente di Filosofia della Scienza alla London School of Economics, Imre Lakatos.
Il 5 dicembre durante la serata di gala verrà quindi consegnato questo riconoscimento a Juanaria Piromallo, oltre che una targa a Ornella Vanoni e il premio Narrativa con il suo “Romanzo della Nazione”(Feltrinelli) a Maurizio Maggiani.