
Autore: Paolo Codazzi
Data di pubbl.: 2017
Casa Editrice: Tullio Pironti editore
Genere: Narrativa
Pagine: 121
Prezzo: 14 €
Durante la lettura di questo libro mi sono saltati in mente due scrittori, Max Frisch e Thomas Bernhard. I motivi? La parabola di Fulvio, protagonista del romanzo di Paolo Codazzi, scompone ogni trama logica tramite uno stile fitto, claustrofobico; in alcune circostanze, maniacale. Già Frisch, attraverso il suo celebre Homo Faber, ha messo in mostra la fallacità della logica nel momento in cui la vita mostra il suo lato imprevedibile. Allo stesso modo, Thomas Bernhard, nella sua intera opera, ha dimostrato che una scrittura fitta, lucida e rivolta al sé, rivela chiaramente l’incommensurabile solitudine dell’individuo. Tradotto: ognuno è tutto in sé, ognuno è una piccolissima parte in mezzo agli altri.
Fatta questa premessa, possiamo inoltrarci nell’opera di Codazzi partendo dalla trama.
Fulvio, un matematico che si occupa di meteorologia, a distanza di anni dalla morte dei genitori, si ritrova fra le mani una lettera. È della segreteria del Santuario della Madonna di Montenero: il quadretto votivo inviato dalla madre come ringraziamento alla Madonna per aver salvato il figlio dall’incidente stradale in cui era stato coinvolto è stato esposto nella saletta degli ex voto.
La matematica, la statistica e la logica. Fulvio è un uomo puramente razionale che non esprime facilmente le sue emozioni. Quando queste si manifestano, appaiono come numeri primi, pertanto, divisibili solo per loro stessi. I lati negativi e positivi della vita sono un calcolo statistico che, logicamente, non possono contemplare il miracolo o l’eccezionale. Eppure, anche l’illogico e l’inspiegabile, che si manifestano nella vita dell’individuo, rientrano nel meccanismo causa-effetto.
Fulvio ha bisogno di due incidenti automobilistici per iniziare a cercare delle risposte nei cosiddetti territori illogici. Nonostante tutto, per dare una spiegazione e un senso concreto agli avvenimenti, affinché i fatti prendano posto razionalmente negli scaffali della coscienza, il protagonista va a ritroso, alla sua infanzia, riscoprendo ogni evento. Ma per fare tutto questo, l’autore non usa la prima persona, bensì la terza. Il narratore non scruta il soggetto, ma il contesto. È un freddo testimone. In questo modo il flusso di coscienza semplicemente è.
Questo aspetto è uno dei più importanti del libro. L’approccio distaccato manifesta la volontà dell’autore di mostrarci come si può risolvere un’equazione illogica; per certi versi, un ossimoro. Proprio questo stile rende particolare il romanzo di Codazzi.
Ex voto suscepto, “secondo la promessa fatta”. È la formula che viene canonicamente apposta sugli oggetti offerti nei santuari per ringraziare il destinatario del dono – divinità pagane, Dio, la Madonna o un santo – per aver esaudito una preghiera.
Questo ci spiega l’autore all’inizio del romanzo. Ebbene, anche Fulvio dovrà ringraziare per una grazia ricevuta o tutto si è semplicemente compiuto? Scopritelo, leggendo questo interessante romanzo.