Autore: Maurizio Caruso
Data di pubbl.: 2019
Casa Editrice: Ferrari Editore
Genere: Narrativa
Pagine: 148
Prezzo: 15 €
Gli uomini sono un misto di fatalità e impotenza. Possono cercare la felicità, possono raggiungerla, possono anche credere di vivere come essi hanno scelto, ma, prima o poi, si lamenteranno di qualcosa che sfugge dal loro controllo. Ecco il filo conduttore di questi dodici racconti. Gli ansiosi cercano il paradiso più di coloro che si accontentano, di chi stoicamente affronta le avversità; certamente, c’è un destino comune: non esiste uomo che non aspiri a una serenità che coincida con il proprio sentire. Ma sappiamo bene che un’altra caratteristica dell’umanità è la necessità di omologarsi, quindi, a poco serve ripetere che tutto ciò che ci circonda è una illusione.
Insomma, il discorso che ci propone Maurizio Caruso, scrittore di Reggio Calabria, amante del minimalismo, della frase scarna, del concetto sbattuto in faccia e del fatto oggettivo, è capace di sedurci con pochi giri di parole. Siamo calati in una società liquida, abitata da personaggi che sanno indossare le loro maschere, che accettano le regole del gioco finché vincono, mentre le disprezzano nel momento in cui perdono. Ogni avvenimento viene plasmato da questi esseri ansiosi di raggiungere l’estasi, il paradiso per l’appunto. Il problema è che questo nirvana è composto di una luce accecante. Essa quindi non è candida, non mostra le cose secondo la loro natura, ma le traduce secondo i desideri degli occhi di chi le guarda. Insomma, il paradiso degli ansiosi è l’inganno.
Caruso ama scrivere racconti, quindi, si concentra su un particolare che è chiave di volta e spioncino che inquadra silenziosamente un luogo dal quale tutti passano. Luogo che può essere inteso anche come situazione, momento, tappa obbligata. E siccome di ciò che è universale si può solo ridere, soprattutto quando viene elevato a prova su cui costruire dei concetti morali, ecco che una sana ironia spazza via ogni dialettica di carattere scientifico, in favore di una cinica ma spassosa allegoria.
Alla luce di questo, il paradiso degli ansiosi è un luogo in cui la verità è ombrosa mentre la menzogna è brillante. In questo mondo capovolto, ognuno cerca per non trovare e, cosa ancor più assurda, ognuno è felice di non stringere nulla tra le mani. In poche parole, questo paradiso assomiglia tanto al nostro mondo.
Ma cosa resta agli ansiosi nel momento in cui ogni illusione svanisce? La risposta ce la dà Gianni Vittorio nella sua post-fazione ed è l’immaginazione. Caruso non sceglie a caso questa potente medicina come motore dei suoi dodici racconti e il motivo è semplice: ciò che salva l’uomo dalla fatalità e dall’impotenza è l’immaginazione, che è anche cemento della speranza.
Ma in cosa spera un ansioso?