
Autore: Elizabeth Buchan
Data di pubbl.: 2020
Casa Editrice: Casa Editrice Nord, Nord editore
Genere: Romanzo
Pagine: 280
Prezzo: 18,60 €
Laure è una donna parigina dalle origini inglesi. Un lavoro che la gratifica, le regala soddisfazioni. Una vita all’insegna di quello che realmente la fa stare bene.
Ma è stata anche un’adolescente, inglese, questa volta, trasferita a Parigi per superare la morte del padre e per fare da baby sitter a due bambini di buona famiglia. Un cambio vita drastico, ma, nei piani, lineare: si sarebbe innamorata di una nuova città, delle sue persone, avrebbe studiato, sarebbe diventata la Laure che desiderava essere fin da quando era piccola e poi, forse, sarebbe tornata a casa.
E invece, a rimescolare le carte, ci ha pensato il destino.
Petr Kobes, suo datore di lavoro nonché padre della famiglia benestante individuato dalla madre di Laure prima di accettare il trasferimento della figlia, é un raffinato parigino che ama vestire cravatte italiane e scarpe in pelle lavorata a mano, manager di un’importante azienda farmaceutica e sposato con una meravigliosa donna tutta amore e vita mondana.
Le storie di Laure e Petr, lei 19 lui circa 40 anni, non sono mai state così vicine come quando l’intera famiglia Kobes (baby sitter compresa) si trasferisce a Praga per motivi di lavoro di lui.
Due vite così vicine, che a tratti s’intrecciano. Ma che Laure ha scelto di mantenere per sempre parallele.
L’autrice scrive un libro che altalena tra la Parigi di oggi e la Praga degli anni Ottanta. Con la sua storia e le sue ingiustizie, i suoi regimi, le sue incomprensibili regole e le conseguenti trasgressioni. Ma, anche, con le inevitabili punizioni. Tutto, in questo libro, rimanda al contrasto tra Est e Occidente. Repressione e libertà. Apparenza ed essenza, politicamente parlando. Dover essere e poter essere.
Un romanzo così condito di Storia, che non sempre è facile digerire.
Una trama così reale e dolorosa, che per pochi istanti fa credere al lettore di soffrire per Laure.
La ragazza che si innamora, sì, ma in Cecoslovacchia, ai tempi del regime comunista, dove nulla é permesso al di fuori dell’amore per il Governo.
E così Laure finisce per innamorarsi di Praga, della sua gente, dei suoi affascinanti ed un po’ gotici paesaggi, dei suoi colori, delle sue intricatezze. Di un giovane uomo, Tomas, che non rientra esattamente nel mood “lineare” dei suoi iniziali piani. E con il quale non sarà mai sola, per via delle spie e delle guardie che il signor Kobes le affida come protezione.
Il Museo delle promesse infrante si chiama così perché Laure, tornata a Parigi e da adulta, sceglie di dare vita a tutti quegli oggetti che sono stati simbolo di una promessa non mantenuta.
Elizabeth Buchan racconta con cura quanto le emozioni siano i veri punti magnetici di una storia, la propria, quella di un paese e persino quella di un oggetto.