Autore: Simona Lo Iacono
Data di pubbl.: 2017
Casa Editrice: Neri Pozza
Genere: Narrativa
Pagine: 238
Prezzo: 16,50 €
La Sicilia è una terra di misteri, di miti e di tradizioni che unendosi tra loro hanno dato vita a una storia unica. Ma la Sicilia è anche una regione che ha donato al mondo grandi scrittori e illustri poeti che nessuno riuscirà mai ad imitare. Dal punto di vista culturale, lo status di isola l’ha resa una fortezza difficile da espugnare. Pertanto, trovarsi al cospetto di un’opera siciliana vuol dire immergersi in un regno letterario complesso, che si rivela in tutto il suo splendore solo se accettiamo senza pregiudizi l’identità di questa regione.
Simona Lo Iacono è siracusana e la sua scrittura è figlia della tradizione siciliana. Non è un caso che la protagonista di questo libro, Lucia Salvo, sia davvero esistita e che a parlarne sia stato Luigi Natoli in Cronache e leggende di Sicilia. Già questo elemento non va presso sottogamba, perché conferma la volontà dell’autrice di rimarcare la propria appartenenza. Lucia Salvo, ci spiega la Lo Iacono, fu inviata da Siracusa a Palermo, a casa dei Ramacca, una famiglia di ispirazione antiborbonica. Le fu dato il compito di far entrare messaggi segreti ai reclusi dello Steri. Il suo segno particolare: si fingeva babba, ossia, stupida.
La scrittrice siracusana cambia di poco la storia e alcune caratteristiche della protagonista, dando vita a un romanzo di grande impatto e ridisegnando, con un pizzico di fantasia, i fatti che anticiparono la rivoluzione di Palermo del gennaio 1848. Infatti, la Lo Iacono ci fa entrare in una Sicilia grottesca, in cui la colorita cultura dell’isola ci viene mostrata in tutte le sue sfaccettature. Lucia Salvo è considerata pazza solo perché epilettica, ma nella sua apparente follia è possibile rintracciare valori importanti, universali, non aderenti solo ad un’epoca. Il suo carattere è il risultato di un’emancipazione innata. Intorno a lei ruotano il Conte padre e il Conte figlio, della casata dei Ramacca; Manfredi e Assunta, della casata degli Agliata; il castrato signorino e Minnalò. Nessuno di loro è un personaggio secondario. Tutti, anche per poche pagine, diventano protagonisti.
In questo modo, il romanzo della Lo Iacono è un capolavoro di intrecci, un girotondo di eventi che coinvolge i personaggi allo stesso modo. Tutti sono vincitori e sconfitti. Non è la storia a dirigere le loro vite, ma le emozioni e le aspirazioni. Insomma, la scrittrice siracusana scrive un romanzo che esalta la rivolta dell’anima contro le convenzioni sociali. In questo libro il vero vincitore è il cuore.
Ma come detto, la Lo Iacono non abbandona la propria tradizione, anzi, mette tra le righe tutta la Sicilia della prima metà del XIX secolo. Ai dialettismi unisce parole raffinate, ricercate… uno stilnovo che riesce ad addolcire anche le parti più crude del romanzo. Difficile non apprezzare quest’opera che racconta di un evento tutto siculo, che affascina come solo la storia e i personaggi della Sicilia riescono a fare.