Il mondo che ha fatto – Roberto Ferrucci

Titolo: Il mondo che ha fatto
Data di pubbl.: 2025
Pagine: 376
Prezzo: € 20,00

Quando nel 1983 uscì Lo stadio di Wimbledon, il primo romanzo di Daniele Del Giudice, Italo Calvino nella quarta di copertina parlò di un libro insolito. Come sempre Calvino aveva ragione.

Gli anni Ottanta iniziavano con l’esordio di un grande scrittore, capace di osare nella scrittura e pensare libri originali e davvero singolari. Uno scrittore “nuovo” che avrebbe fatto la storia della nostra letteratura e con i suoi libri contribuì a rivoluzionare il mondo di intendere il romanzo novecentesco.
Daniele Del Giudice è un narratore pensante, analitico. Nei suoi libri ha saputo riflettere sulla contemporaneità attraversando con la finzione narrativa questioni scientifiche e tecnologiche.
Lo stadio di Wimbledon resta una delle intuizioni più folgoranti del romanzo italiano del secondo Novecento

Del Giudice viene ricoverato alla fine 2011 alla Residenza Zitelle per anziani non autosufficienti, aveva sessantadue anni quando incomincia a perdere le parole e la loro memoria.

È morto in quel luogo di ricovero situato sull’isola della Giudecca il 2 settembre 2021.

Roberto Ferrucci torma sulle orme dello scrittore con Il mondo che ha fatto, un libro che racconta da vicino Daniele Del Giudice, perché Ferrucci ha avuto l’onore di essergli amico, avendolo conosciuto da giovane e frequentato fino alla fine.

Tutto è iniziato a metà degli anni Ottanta presso la libreria Don Chisciotte in via San Girolamo a Mestre, che il giovane Ferrucci frequentava per costruire la sua biblioteca ideale.

Nella libreria incontra Del Giudice. Da quell’incontro nacque una grande e solida amicizia.

Ferrucci in Il mondo che ha fatto, un romanzo fiume che assume la forma del memoir, ripercorre gli anni trascorsi insieme a Del Giudice. Non è solo la storia di un’amicizia, questo libro racconta un pezzo importante di Novecento, quello che dagli anni Ottanta arriva alla fine di un secolo, con le sue tendenze letterarie e i contesti nei quali nacque una delle stagioni più floride della cultura italiana. Sulla scena si affacciò una “nuova narrativa”, di cui Del Giudice con i suoi romanzi fu il principale animatore.

Gran parte del libro Ferrucci lo ha costruito sulla base di trascrizioni e conversazioni registrate al magnetofono.

Tra le sue pagine oltre al racconto appassionato di Ferrucci, troviamo in presa diretta la voce di Daniele Del Giudice che racconta la sua idea di letteratura, la sua passione per la forma breve della scrittura e per il volo.

«Chi ha letto Lo stadio di Wimbledon nel 1983, – scrive Ferrucci – lo sa. Si è subito reso conto di trovarsi davanti a qualcosa di nuovo. Un giovane, che attraverso testimonianze dirette, cerca di capire perché Bobi Bazlen non abbia mai scritto. Erano gli inizi di quella che poi è stata definita la nuova narrativa italiana. Italo Calvino sulla quarta di copertina si pone tre domande: “Cosa ci annuncia questo insolito libro? La ripresa del romanzo d’iniziazione d’un giovane scrittore? O un nuovo approccio alla rappresentazione, al racconto, secondo un nuovo sistema di coordinate? Ed è stato quel nuovo a colpire anche me».

Erano anni meravigliosi per la narrativa italiana. Gli anni Ottanta di Tondelli, Tabucchi e Del Giudice, e di un gruppo di scrittori che portarono una ventata di aria nuova e di cambiamento nel mondo di intendere e pensare il romanzo.

Alla nuova narrativa italiana Cesare G. De Michelis dedica (agli inizi degli anni Novanta) Fiori di carta, un saggio esaustivo che mette in evidenza la portata rivoluzionaria di una generazione di scrittori.

«Il mondo che lui ha fatto sta dentro i libri che ha scritto, ma anche dentro i cassetti, floppy disk, vecchie pagine vergate dalla carta carbone, riviste fuori catalogo, introduzioni a libri fuori commercio, dentro a volumi a tiratura limitata, atti introvabili di convegni e dattiloscritti e ritagli custoditi dentro alle cartelline color sabbia che mi affidò e chissà in quante altre».

Adesso che Daniele Del Giudice ha staccato la sua ombra dalla terra, Roberto Ferrucci con questo libro commovente lo riporta in vita con passione e devozione, ricordandoci che questo scrittore straordinario, contemporaneo alla propria epoca, resterà per sempre un grande maestro delle parole che ha cercato, attraverso la letteratura, di arrivare al pensiero, alla riflessione, alle idee. E alla fine ha stabilito un rapporto nuovo con la scrittura.

Ti potrebbero interessare...

Login

Lost your password?

Per continuare a navigare su questo sito, accetta l'informativa sui cookies maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi