
Data di pubbl.: 2024
Pagine: 182
Prezzo: € 16,00
Ancora una volta Patrizia Emilitri ha fatto un centro perfetto. Definire la sua nuova opera un giallo sembra oltremodo riduttivo. Il mio dovere è molto di più. È un ‘romanzo duro’ così ricco di umanità e verità da lasciare commossi e partecipi oltre che profondamente colpiti per il suo finale tutt’altro che scontato. Linguaggio limpido e preciso, quello che i suoi lettori ben conoscono e che li farà sentire coinvolti in una storia che potrebbe riguardare ciascuno di loro.
Mariano Mandelli, classe 1952, figlio unico di genitori che gestiscono un piccolo negozio di ortofrutta nel centro di Como, è dotato di una smisurata ambizione. Da quella famiglia modesta e da quella vita dove tutto è sacrificio e rettitudine, vuole solo fuggire. Brillante studente, si laurea in economia e inizia la sua ascesa ai vertici di una grande azienda, la Filippi Shoes Design. Bello e determinato, all’inizio della carriera incontra Lisa Grassi, commessa in un negozio di abbigliamento a Como. Vent’anni lei, nel pieno del suo fulgore, pochi anni di più lui. È amore a prima vista, poi il matrimonio e i figli, Roberto ed Elena.
Inizia a questo punto un racconto a due voci. Ma sarebbe più corretto dire che leggiamo due versioni della stessa vicenda: quella del super manager Mariano e quella della perfetta moglie, madre, donna di casa, Lisa, alloggiata o confinata – dipende dai punti di vista – nella splendida villa di Menaggio sul lago di Como. Villa acquistata con non pochi sacrifici da Mariano che la considera il suo ‘buen retiro’, un luogo di pace dove ritrovare la famiglia dopo i giri frenetici intorno al mondo a incontrare nuovi clienti, a stipulare nuovi contratti e ad aprire filiali della ditta Filippi. E Lisa? Lisa, come Penelope aspettava Ulisse, aspetta Mariano, gode della sua presenza per i pochi giorni in cui, ogni mese, riesce a stare a casa, lo accudisce, lo coccola, ha cura di quel nido d’amore che forse all’inizio non voleva, ma che ora è diventato più suo che mai. Sono giorni in cui i coniugi si ritrovano, si amano, si scambiano notizie ed esperienze vissute lontani l’uno dall’altra. Giorni perfetti in cui Mariano è marito e padre. Intanto Lisa, in sua assenza, organizza la propria vita da ‘vedova bianca’, fa buon uso della forte posizione economica che il lavoro di Mariano le garantisce e si occupa di tutto: casa, giardino, figli, gestione della villa. Perché ciascuno, in questa coppia, fa, per l’appunto, il suo dovere e lo fa al massimo delle proprie capacità. In fondo, sono due manager seppure in ambiti assai diversi. Il loro lavoro ha forse un diverso valore? È giusto dire che Mariano ‘lavora’ e Lisa no? I gioielli, i viaggi, le cene fuori che lui le offre quando è presente misurano forse quanto Lisa vale per suo marito?
Quello che però manca a questa coppia patinata è la quotidianità di un rapporto, perché la vita a due é fatta di questo:
“…di giornate di pioggia e di grandine, di freddo e vento forte, mentre per noi, quelle poche che riuscivamo a trascorrere insieme, erano giornate senza una nuvola, senza un filo d’aria a scompigliarci i capelli.”(p. 144)
E viene il giorno in cui Mariano va in pensione e torna a casa per sempre.
Il resto ai lettori scoprirlo, ma questo rimane un libro da leggere con grande attenzione e sul quale meditare. Un libro che scava in un rapporto di coppia senza prendere posizione lasciando che sia chi legge a farlo, se vuole, e spinge a interrogarsi tanto sul vissuto dei protagonisti quanto sul proprio.