Questa mattina per Incubatore è stata presentata la Collana Briciole della rivista filosofica Diogene curata dal professore Franco Paris e Armando Massarenti. Questa contiene una riflessione sulla filosofia e su come oggi la si possa raccontare. Lo stile di Massarenti è minimal, adatto per parlare a tutti.
Lo scopo di Diogene è rendere la filosofia vicina alla nostra quotidianità. L’idea è di partire dalle piccole cose di tutti i giorni per arrivare a trattare di grandi temi.
Cosa avrebbe detto Platone sul problema del fumo? E Aristotele? Un modo diverso, più vicino a noi, per comprendere l’importanza e l’attualità delle riflessioni di questi grandi pensatori.
La rivista culturale è accompagnata da piccoli volumi di circa cento pagine l’uno, che cercano di dare le premesse utili per comprendere i filosofi classici.
Spesso la filosofia non piace perché non viene presentata in maniera adatta e vicina al mondo quotidiano.
Le domande dei filosofi invece ci parlano direttamente. I grandi classici della filosofia, come i grandi classici della letteratura, sono sempre attuali perché si rivolgono ad una natura umana che nonostante le trasformazioni di contesto, non cambia mai. Per questo la filosofia non è solo scienza, ma scienza umanistica.
Uno dei compiti della scuola è di agganciare la motivazione dei suoi studenti, e la filosofia può fornirla se raccontata in maniera più ”contemporanea”. Armando Massarenti propone di insegnare la filosofia tramite la cittadinanza e la costituzione, attraverso una sorta di ‘’kit-minimale’’ del pensiero critico: teoria dell’argomentazione, teorie della probabilità, logica e interpretazione delle varie fallacie.
‘’La filosofia non è quella che si fa nelle scuole: questa non si studia, ma si vive tutti i giorni ogni volta che ci domandiamo il perché delle cose’’ afferma, concludendo, Armando Girotti.
Secondo evento Incubatore di quest’ultimo giorno di Salone è stato l’incontro organizzato da Striscia Business sulle piattaforme digitali per la distribuzione di ebook. Quali sono le sfide e le nuove opportunità per i piccoli editori? E quali invece i rischi nella distribuzione digitale?
Giulio Blasi presenta Medialibrary, una piattaforma di distribuzione editoriale digitale per le biblioteche.
Rispetto al modello di vendita dell’ebook destinato al solito store, quello indirizzato alle biblioteche ha un modello diverso: un modello di prestito. Prestito in biblioteca significa, per gran parte degli editori, vendere una copia e poi consentire il prestito ai propri utenti per un numero limitato di volte. La dimensione digitale ha permesso di sviluppare modelli diversi sostenibili sia per gli autori che per gli editori.
Tre sono i modelli più importanti:
– one copy – one user è il modello più usato dalle biblioteche in cui si presta una copia ad un utente alla volta;
– paper-view: l’intera collezione dell’editore viene messa a disposizione dalla biblioteca e sono gli utenti a scegliere i titoli da prendere a prestito.
– Infine l’abbonamento: una sottoscrizione fissa che la biblioteca paga per accedere a certi contenuti.
Questo mercato è composto da circa 5 – 6 mila biblioteche pubbliche, più le biblioteche pubbliche statali; poi ci sono troviamo circa 1500 biblioteche accademiche e infine le biblioteche scolastiche, che spesso però mancano o non sono finanziate. L’editoria digitale è forse l’unico modo per fare arrivare nelle scuole il maggior numero delle novità editoriali.
In Italia solo il 10% dei cittadini si reca in biblioteca, e in generale l’Europa non è da meno con il 20% dei frequentatori a confronto del 69% degli Stati Uniti. Una crisi dove è necessario un intervento e una politica culturale ad hoc.
Queste piattaforme offrono alcuni servizi aggiuntivi, come quello di offrire alcune anteprime editoriali proprio come nel mondo cartaceo, sfogliando alcune pagine del testo digitale in uscita.
Il Lunedì dell’Incubatore
18 Maggio 2015