Il Libraccio, 35 anni di successi con i libri nuovi e usati

il-miracolo-libraccio-35-anni-a-monza-e-nuove-sfide-i-segreti-passione-e_a658db74-e9a4-11e4-9ce8-fcda641a4866_998_397_big_story_detailUn marchio storico nel mondo delle librerie indipendenti compie 35 anni. Stiamo parlando del Libraccio, l’azienda conosciuta in tutta Europa per il suo saper coniugare “l’utile al dilettevole”, ossia la vendita di libri nuovi e usati.

Per questa importante occasione abbiamo avuto il piacere di intervistare uno dei suoi soci e fondatori, nonchè vicepresidente di IBS, Edoardo Sciascia. Ecco cosa ci ha detto.

35 anni del Libraccio. Può tracciare, per i nostri lettori, una breve storia dell’evoluzione della catena di librerie che si pone come soluzione al caro libri?

Noi siamo partiti dalla vendita nei mercatini dei libri e inizialmente eravamo legati al libro scolastico. Questo elemento però lo abbiamo quasi subito superato e  già agli inizi degli anni ’80 vendevamo anche altri prodotti: avevamo infatti capito che la stagionalità della scolastica è un servizio alle famiglie importante, che però tendenzialmente esisteva tutto un altro mercato a cui guardare e delle soddisfazioni da cogliere nei settori della narrativa, della saggistica, dei libri d’arte e altro. Il nostro progetto si è quindi espanso, aggiungendo servizi a servizi e aumentando la scelta e l’assortimento dei nostri cataloghi, assortimento che, unito alla cura dei nostri punti vendita, è diventato ben presto la caratteristica principale del nostro modo di operare. Questa logica è andata sempre più crescendo fino a quando negli anni ’90 abbiamo fatto delle joint venture con il gruppo le “Messaggerie” con cui abbiamo aperto delle grandi superfici a nome MeL(Messaggerie e Libraccio), oggi diventate IBS Store. Negli anni poi siamo andati alla ricerca di altri prodotti, di tutto ciò che fosse affine al mondo editoriale, basandoci sulla filosofia della libreria mista: mista non solo per il connubio nuovo e usato, ma anche per la ricerca e l’interesse che il Libraccio ha sviluppato verso tutti quei settori di cultura che sono paralleli al mondo del libro, come il mondo della musica, dei dvd, della cartoleria. Ovviamente la formula che ci ha da sempre contraddistinto è quella del mix fra nuovo e usato, ovvero offrire al cliente la possibilità di poter trovare un’alternativa che potesse fargli avere un risparmio più marcato rispetto ad altre possibili soluzioni.

La vostra forza e il vostro successo si è basato, fin dalle origini, sul concetto del ‘riuso’ dei libri. Perchè la decisione di prendere una strada a suo tempo alternativa nel panorama delle librerie italiane?

Il grande successo che abbiamo fin dall’inizio registrato è legato al fatto che quando il Libraccio è nato l’Italia era divisa in due parti: un’Italia del Nord, dove il settore dell’usato era praticamente sconosciuto, e una del Sud, dove la concorrenza invece era già molto forte. Essendo sorto con una geografia più legata alle origini dei suoi fondatori – quella del Nord Italia – il Libraccio ha avuto di conseguenza pochi concorrenti sul mercato e un grande sviluppo. Posso anzi affermare che oggi, a livello europeo, nel campo delle librerie miste, noi siamo leader: basti pensare che la libreria dell’usato Gibert Jeune di Parigi ha 5 sedi e tutte solo nella capitale, mentre noi oggi arriviamo a 37 attività con altre 5 in programma per il prossimo anno. Fra le altre cose il 3 dicembre 2015 il negozio IBS+Libraccio di Roma festeggerà 20’anni, occasione per la quale ha subito un recente ed importante restyling. Tutto questo per dire che il Libraccio c’è e vuole fare la parte di un’azienda che ha ancora molto da dire, gode di buona salute e nemmeno in tempo di crisi si è mai fermata.

Quali sono i pro e i contro dell’investire tempo e denaro in un progetto che si basi sul ri-utilizzo dei libri?

Il pro secondo me più significativo è il divertimento: è molto simpatico andare a selezionare, recuperare e riutilizzare le cose usate. Le librerie di Milano, ad esempio, sono associate a Giacimenti urbani che è un’iniziativa sul territorio che coinvolge tante forze politiche, sociali e collettive riguardo al tema del riuso. Il divertimento che prima dicevo è dato dal poter offrire una sorta di “nuova vita” ai libri, magari non più apprezzati o utili per chi vorrebbe gettarli e invece preziosi per chi li cerca e vorrebbe comprarli. Il contro è che noi paghiamo questi libri per contanti quindi ci esponiamo a dei rischi: non tutte le nostre valutazioni possono essere centrate oppure i libri scolastici che acquistiamo a fine anno siamo costretti a gettarli via perchè le edizioni sono cambiate. Altro fattore non positivo è che bisognerebbe avere strutture veramente capienti – abbiamo generalmente negozi di 400 m² - in modo da poter esporre tutto, sia la produzione nuova che quella usata.

E i libri usati che però restano invenduti, che fine fanno?

La nostra linea è quella di cercare di non buttare via niente, nel senso che quando un libro esce dalla appetibilità commerciale noi lo portiamo nei reparti che ogni nostro negozio ha, i cosiddetti “reparti a 2 euro”. Nel nuovo negozio aperto a Lodi, ad esempio, l’altro giorno erano esposti i libri di Erik Larson venduti a 2 euro, e questo perchè ce ne sono talmente tante copie nell’usato che ormai non lo ritiriamo neanche più. Il principio quindi è che, quando un libro va in esubero, finisce nel reparto a 2 euro: in questo modo è come se il libro avesse un’ulteriore vita, come se si creasse una sorta di outlet dell’outlet. Solo quando i libri non hanno proprio più speranza finiscono nel macero della carta riciclata. Ma è proprio un’ultimissima spiaggia, perchè noi in quanto Libraccio ci teniamo a non buttare nessun testo.

Qual è stato l’impatto sulle librerie fisiche che ha portato la nascita di colossi editoriali online quali Amazon(considerando che anche questa azienda propone la scelta fra l’acquisto di un libro nuovo oppure usato)?

La concorrenza di Amazon la sentono tutti e ovviamente la sentiamo anche noi. La concorrenza la sentiamo di più sul nuovo, anche se riusciamo comunque a “cavarcela” grazie anche ai nostri reparti in loco di cartoleria e cancelleria, reparti in cui vengono venduti prodotti di cui si ha bisogno e che si possono acquistare con dei buoni spesa calcolati in base alla cifra che si spende. In questo modo andando nella sede fisica il cliente può usufruire di un un servizio disponibile tutto l’anno e in cui non ci sono tempi di attesa per la consegna, elementi questi che quantomeno ci fanno essere concorrenziali con Amazon per quanto riguarda il luogo. Per quanto riguarda l’usato invece la concorrenza la sentiamo poco anche perchè Amazon ha realizzato il proprio market place, ossia una rete di altri piccoli operatori che si agganciano all’azienda per rifornire i clienti, con un’offerta che però non può paragonarsi alla quantità di titoli e prodotti offerti dal Libraccio. Sull’usato poi c’è sempre il tema della scelta della qualità: il parametro di valutazione di un libro usato è molto soggettivo, quindi anche l’andare in un luogo fisico dove si può vedere con i propri occhi e toccare il testo che si sta per acquistare fa sicuramente la differenza.

Il 50% del ricavato dell’iniziativa con cui volete festeggiare questo vostro trentacinquesimo compleanno verrà devoluto a Emergency. Che rapporto avete con l’associazione di Gino Strada? Pensate che in futuro organizzerete altre iniziative benefiche?

La partnership con Emergency risale al 1992 quando organizzammo la prima raccolta fondi nelle nostre librerie a favore dell’associazione di Gino Strada che allora aveva attuato una campagna contro le mine e le armi. Abbiamo poi scelto come azienda di proseguire con la solidarietà e la collaborazione con Emergency – così come con altre organizzazioni umanitarie – senza darne riscontro nei punti vendita, nel senso che abbiamo voluto sganciarci dalla logica italiana per cui l’aiuto e la solidarietà vengono sempre pubblicizzati. In questo caso è capitata un’occasione pubblica, ma la nostra linea tradizionale cerca di prescindere dalla pubblicità di questi atti di generosità. Gino, la sua famiglia e i membri di Emergency poi dal punto di vista umano sono amici veri e quindi quando ci è possibile li aiutiamo volentieri.

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