Autore: Serena Vitale
Data di pubbl.: 2015
Casa Editrice: Adelphi Editore
Genere: saggio, saggio letterario
Pagine: 284
Prezzo: 19.00
Ed io voglio soltanto dire agli “amici” e a tutti quelli che sono arrivati troppo tardi da Majakovskij, quando ormai rea morto “Compagni!…è facile falsificare, diffamare,banalizzare,la grande e complessa tragedia interiore di Majakovskij! È facile calpestare e infangare una donna ancora molto giovane! Fermo categoricamente che non c’è e non c’è mai stata nessuna tresca amorosa..è successa una cosa tremenda, irreparabile, la cosa più tremenda che possa succedere, ma anche voi non siete senza peccato. Mi rivolgo a voi forse senza alcuna speranza, ma ricordate: NIENTE PETTEGOLEZZI!”(Jansin pag.56)
Il 14 Aprile del 1930 è una data che la città di Mosca prima, e il resto del mondo comunista dopo, dovrà assolutamente ricordare. Attorno alle ore 11 del mattino, all’interno di una Kommunalka (un appartamento formato da sei stanze in cui vivono circa quattro famiglie) si sente il rumore di uno sparo. Proviene dalla stanza-studio in cui vive e lavora il poeta e commediografo Majakovskij. Tutti i presenti accorsi per vedere cosa sia successo scoprono il grande artista giacere sul pavimento con un foro di proiettile che spunta dal petto. Subito viene allertato il medico e convocata la polizia i quali, solerti nel loro lavoro, giungono immediatamente. Per Majakovskij non c’è comunque nulla da fare. Il colpo di pistola lo ha ucciso. La morte di una delle più brillanti e creative menti dell’unione sovietica scuote il paese fino nel profondo. Ufficialmente non esistono ragioni per le quali un genio come Majakovskij abbia dovuto compiere un simile gesto. Resta alle autorità competenti il compito di spiegare e ricostruire un gesto così sconvolgente. Dopo oltre ottanta anni da quei tragici e tuttora misteriosi, l’indagine di Serena Vitale getta nuova luce sulla vicenda dando al lettore la possibilità di accedere a documenti nuovi e mai visti.
Il lavoro svolto da Serena Vitali, docente ordinario di lingua russa, è stato eccellente. Il testo Il defunto odiava i pettegolezzi è una minuziosa e precisa ricostruzione di cosa accadde in quella famosa mattina del 14 Aprile del 1930 quando uno dei più grandi autori della letteratura mondiale contemporanea, perse la vita.
Si trattò di suicidio o fu un omicidio? Quali furono le ragioni che portarono a un gesto tanto estremo?
Attraverso le pagine di questo saggio, davvero prezioso per qualsiasi cultore della storia della letteratura, si delinea un quadro molto preciso grazie anche alla possibilità di usufruire di documenti a lungo secretati ed ora resi pubblici e tradotti proprio dalla professoressa Vitali.
Una lettura interessante e, in alcuni punti, impegnativa che merita di essere letta.
Un caso editoriale davvero notevole che vi permetterà di conoscere con grande precisione, un’autore controverso e discusso dalle mille sfaccettature e dal grande ingenio.
Decisamente consigliato.