Data di pubbl.: 2024
Traduttore: Cristina Fantechi
Pagine: 238
Prezzo: € 20,00
C’è ancora un Cioran non ancora pubblicato in Italia. Si tratta di alcuni libri che invece in Francia sono già in circolazione da oltre venti anni.
Tra questi, degno di nota è Le Crépuscule des pensées pubblicato dalle Èdition de l’Herne nel 1991 .
Libro che Cioran scrisse in romeno e in cui è già presente quel corrosivo scetticismo nei confronti delle possibilità umane che caratterizzerà le fasi del suo pensiero successivo.
Questo volume fu pubblicato per la prima volta nel 1940 e fu l’ ultimo che Cioran scrisse nella sua lingua prima di abbracciare in maniera incondizionata il francese.
Adelphi finalmente pubblica Il crepuscolo dei pensieri nella traduzione di Cristina Fantechi.
«Un uomo che pratichi per tutta la vita la lucidità diviene un classico della disperazione». Ecco il Cioran che troviamo in questo libro in cui il pensatore affonda la penna con una lucidità spietata nell’inquietudine metafisica di dio, scrive del bene e del male, della religione, della malinconia e della solitudine ma soprattutto non abbandona nei suoi ragionamenti la sua grande passione per il paradosso, atto di coraggio del pensiero che gli permette di andare sempre oltre il pensare.
Non si può apprezzare Cioran senza entrare nei suoi infiniti paradossi: «Dove si manifesta il paradosso, il sistema muore e la vita trionfa. È attraverso il paradosso che la ragione salva il proprio cuore di fronte all’irrazionale, Solo la bestemmia o l’inno possono esprimere ciò che la vita ha di torbido A chi non sa servirsene rimane ancora una scappatoia: il paradosso – forma sorridente dell’irrazionale».
Ne Il crepuscolo dei pensieri Cioran non può immaginare il paradosso senza la disillusione della ragione, la quale, per mancanza di pathos, è obbligata a prestare orecchio al mormorio della vita e a rinunciare alla sua autonomia per interpretarla.
Cioran sostiene che nel paradosso la ragione si annulla; una volta aperte le sue frontiere, non può arrestare l’assalto degli errori che sorgono, appassionati.
«Tutto ciò che non trova posto nella ragione – continua Cioran a conclusione del suo ragionamento sulla necessità del paradosso – è motivo di dubbio, ma in essa non c’è niente. Da qui lo slancio fecondo del pensiero paradossale, che ha riempito il contenuto di forme e dato corso ufficiale all’assurdo.
Il paradosso presta alla vita il fascino di una assurdità espressiva, rendendole ciò che essa gli ha attribuito dall’inizio».
Nel pensare per paradossi ( che il tema principale di questo libro) c’è tutta l’originalità e l’unicità della scrittura di Emil Cioran, che grazie a questa spiccata qualità diventerà uno dei pensatori più interessanti e controversi del Novecento.
Senza il gioco irresponsabile del paradosso Cioran non si sarebbe spinto oltre qualsiasi filosofia, non ci avrebbe donato i suoi squartamenti con i quali si appiccano incendi, perché nella sua posizione paradossale Cioran si trova sempre faccia a faccia con l’essere di cui esprime un’indeterminazione essenziale.
L’amore, la solitudine, la musica, Dio, i sentimenti, l’arte e la creazione questi sono gli altri temi che troveremo in queste pagine che già mostrano quella straordinaria filosofia dello squartamento e dei vacillamenti che Cioran presenterà nelle opere successive risalenti al periodo francese.
Il crepuscolo dei pensieri è un libro incandescente, la lingua di Cioran è estrema e tagliente e già affonda le radici in quella profetica tentazione di esistere attraverso cui il pensatore si avventurerà per annotare sulle pagine tutti gli elementi che definiscono la malattia morale degli esseri umani in caduta libera nelle tenebre della Storia.